“Chi finge di non vedere è complice”

Ho virgolettato il titolo del “gessetto” perché la frase non è mia ma di Raffaele Cantone, presidente dell’Anticorruzione, ed è stata pronunciata in un incontro pubblico cui ho assistito, sia pure in streaming. Il concetto espresso è da tener presente oggi che vediamo tanti politici che ci “insegnano” come organizzare la politica in modo da evitare la corruzione. La situazione mi pare uguale a quella che si creò all’indomani della pubblicazione del libro La Casta. Le denunce lì contenute divennero spudoratamente argomento da salotto televisivo, dove i politici discutevano e pontificavano con unanonchalance tale da far pensare che i responsabili fossimo noi cittadini e non loro.

Un esempio di questa strana incoscienza è la lunga lettera inviata da Veltroni a Repubblica qualche giorno fa (una sorta di excusatio non petita …) nella quale viene denunciata come causa del degrado “il partito delle tessere”. Caro sig. Veltroni (ma il discorso vale anche per D’Alema e tutti gli altri) il “partito delle tessere” è quello che avete realizzato voi, non certo noi cittadini. Che voi cosiddetti politici nazionali non sapevate nulla, e non sapete nulla, della corruzione dilagante in tutta Italia, è una balla colossale cui non crede nessuno. Oltre tutto se la politica e i partiti in Italia fossero stati un’altra cosa, voi attuali leader pensate che avreste fatto la stessa carriera? Noi cittadini abbiamo forti dubbi.

Con un amico si faceva questa riflessione. Un volta se il segretario nazionale del Pci (Togliatti, Berlinguer, ecc.) convocava un segretario provinciale, questi si recava a rapporto e cominciava a balbettare, gli si asciugava la saliva, sudavano le mani, non si sedeva finché non gli si dava il permesso, ecc. Da un po’ di anni sono i segretari locali che hanno in mano quello nazionale, perché hanno il loro flusso personale di tangenti, hanno il loro pacchetto di tessere, ed è il dirigente nazionale che va in periferia a balbettare e richiedere l’appoggio nella varie campagne elettorali.

Queste cose i dirigenti nazionali le sanno, eccome!, ma non fanno niente per cambiarle, perché la loro carriera deve molto a quel supporto e alla corruzione a esso connessa.

Ricordo, all’indomani della fine della Prima Repubblica, provai a partecipare a qualche discussione pubblica che si svolgeva in una sezione del partito della sinistra, mi sembra che allora si chiamasse Pds, e per cercare anche, ingenuamente, di dare il mio contributo. Ma venivo, sia pure educatamente, ogni volta zittito da certi ragazzotti che mi parlavano come un docente può parlare a un allievo ancora inesperto, che non capisce nulla di politica, mentre loro sì che la politica la capivano, e ricordo che il loro idolo e modello era D’Alema, il grande intelligentone della politica italiana. A volte chiedevo loro cosa stessero studiando, quale facoltà universitaria frequentassero, e la risposta più comune era “ho lasciato l’università perché non ho tempo di studiare, la politica mi prende totalmente”. E se mai quello che facevano era il portaborse di qualche consigliere circoscrizionale.

Oggi questi ragazzotti sono assessori, consiglieri comunali e regionali, deputati, prossimi ministri, quindi cos’altro poteva diventare la politica italiana? Se in quegli anni qualche dirigente nazionale avesse mollato qualche ceffone e mandati tutti a studiare, oggi avremo un’altra classe dirigente. Ma faceva comodo ai politici nazionali avere quel tipo di gioventù, perché altrimenti chi faceva la campagna elettorale? Poi se fossero stati indipendenti e avessero studiato, avrebbero fatto qualche critica: “non sia mai!”. Inoltre a livello locale si sarebbero affermate altre persone che non avrebbero pensato a canalizzare risorse finanziarie pubbliche, ecc. ecc.

Renzi all’inizio della sua avventura politica aveva dato l’impressione di essere altra cosa, invece con il passare del tempo ci si rende conto che era solo fuffa mediatica. Adesso ha minacciato fuoco e fiamme contro i corrotti attraverso modifiche al codice penale, ma pare che i corrotti e i loro avvocati si stiano sganasciando dalle risate. Renzi, perché ha imbarcato C.L. e le Coop. nel governo? Renzi, ha cacciato il segretario di sezione che aveva ridato la tessera a Greganti?

Qualche settimana fa Renzi ha detto che Camusso e Salvini sono due facce della stessa medaglia, ora si ha sempre più l’impressione che lui e Berlusconi siano la stessa faccia su due medaglie diverse.

“Chi finge di non vedere è complice”.

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