Attenzione! La povertà è causa della crisi non effetto

Una delle mistificazioni più adottate sulla crisi è quella che vuol far credere che gli attuali poveri, come i bassi salari e il lavoro precario, siano conseguenza della crisi, come se prima ci fosse stato il paradiso e poi la crisi, le banche e la finanza “cattiva” hanno rovinato quel bel paesaggio sociale. In realtà tutte le situazioni di degrado che lamentiamo oggi preesistevano alla crisi, e anzi ne costituiscono la causa principale per gli squilibri che hanno determinato nell’economia reale in termini di calo della domanda ed eccesso di risparmio. L’eccesso di indebitamento l’aveva solo occultata a livello macroeconomico, grazie al pompaggio artificiale di una domanda di per sé asfittica.

Quando ho scritto il mio “La Comoda Menzogna” sono andato a cercare su internet le prime dichiarazioni che in Italia lamentavano che “ci sono famiglie che non arrivano alla quarta settimana del mese”. Ebbene risalivano al 2005 (ma se avessi approfondito forse ne avrei scoperte anche di precedenti), quando ancora di crisi non si parlava. Da questo punto di vista il caso italiano appariva paradigmatico, in quanto dimostrava che laddove l’espansione del credito al consumo era stata contenuta, il calo della domanda e della produzione era già evidente. Infatti non c’è bisogno di resuscitare Keynes per capire che se nella quarta settimana del mese ci sono famiglie che non comprano, ci devono essere anche imprese che non vendono.

Quindi tutto quello che da qualche anno a questa parte si lamenta in termini di cattiva distribuzione del reddito e della ricchezza, esisteva già da prima, la crisi l’ha solo accentuato, ovviamente.

Ma la maggior parte dei commentatori preferisce credere e, soprattutto, far credere che invece è tutta colpa della crisi e delle banche che l’avrebbero provocata. Queste ultime hanno senz’altro grandi responsabilità, anche in termini di codice penale, ma, come ho già detto altre volte, hanno solo svolto il ruolo di “ricettatori” di reddito/risparmio, accumulato da altri soggetti sociali in modo economicamente irrazionale e ingiustificato, approfittando del mutato clima politico e sociale registratosi in tutto il mondo dagli anni ottanta in poi.

Di questo atteggiamento mistificatorio dei media abbiamo avuto l’ennesima prova in occasione del recente rapporto Istat sulla povertà. Da esso risulta che in Italia il 26,5% della popolazione vive in condizioni di povertà (16,6% relativa, 9,9% assoluta), quindi più di un quarto. La maggior parte, oltre il 60%, risiede nel Mezzogiorno. Inoltre i poveri sono più frequenti quando il capofamiglia è un operaio o un disoccupato, o quanto più la famiglia diventa numerosa. Questa situazione non è stata creata dal nulla dalla crisi, ma solo peggiorata. E invece ci tocca ancora leggere che “è tutta colpa della crisi”.

Per chi volesse leggere tutto il rapporto lo può scaricare in Pdf a questo indirizzo

http://www.istat.it/it/archivio/128371

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