Un bluff chiamato Equitalia

Dopo la presentazione da parte del M5S di una proposta di legge tendente ad abolire Equitalia, mi è venuta la curiosità di saperne di più. Sono allora andato sul sito della società partecipata da Agenzia delle Entrate (51%) e dall’Inps (49%) e ho guardato i dati di bilancio: non l’avessi mai fatto! Si è spalancata una realtà che non so fino a che punto è a conoscenza del legislatore. L’ultimo bilancio approvato è quello del 2012 e da questo emerge che in quell’anno Equitalia ha riscosso, si fa per dire, 7,5 miliardi di euro, mentre nel 2011 ne aveva riscossi 8,6 miliardi. Mi sono allora spostato sul sito del Ministero dell’Economia e ho verificato che negli stessi anni le entrate dello stato e degli enti locali per imposte dirette, indirette e contributi sociali, le fonti da cui scaturisce il “lavoro” per Equitalia, sono state rispettivamente 700,2 e 670 miliardi: in sostanza la società di riscossione ha riscosso, scusate il bisticcio, poco più dell’1%, precisamente l’1,07% nel 2012 e l’1,29% nel 2011. Se scendiamo nei dettagli scopriamo che quella percentuale può essere così scorporata:

 

2012

Entrate erariali 1,02%

Contributi sociali 0,90%

Enti non statali 2,03


2011

Entrate erariali 1,11%

Contributi sociali 1,24%

Enti non statali 3,2%

Nell’intero periodo 2004 – 2012 Equitalia ha riscosso complessivamente 58,4 miliardi, cioè in media di 6,5 miliardi all’anno. Probabilmente bisognerebbe fare calcoli più sofisticati … non so mettere a confronto gli incassi con le entrate pubbliche di anni precedenti, e non con quelle dello stesso anno, o cose di questo genere, ma significherebbe al massimo variare di qualche decimale un risultato che comunque al sottoscritto appare già illuminante. Ad ogni buon conto da questi dati si possono trarre le seguenti considerazioni:

1) Appare alquanto dubbia l’utilità di una struttura ad hoc, con propri organi sociali e management, per un lavoro alquanto limitato. All’amministrazione finanziaria costa più di un miliardo l’anno di aggio. Oltre tutto avere una struttura addetta alla riscossione diversa da quella che ha fatto l’accertamento comporta disfunzioni soprattutto in termini di dialogo/trattativa con il contribuente moroso;

2) La presunta “lotta all’evasione”, come abbiamo già detto altre volte, esiste solo nelle comparsate mediatiche dei ministri di turno e di Befera. Inoltre, ha ragione l’ex ministro Visco, il quale una volta ebbe a dire che la metà di quei 12/13 miliardi che vengono strombazzati ogni anno come derivanti dalla sedicente lotta all’evasione, non è altro che la conseguenza di errori contenuti nelle dichiarazioni, e che vengono prontamente ripianati dagli stessi contribuenti. Infatti le somme incassate ogni anno da Equitalia equivale proprio alla differenza non coperta dagli errori;

3) Va comunque precisato, per correttezza, che non compete a Equitalia la lotta all’evasione, perché essa si limita a riscuotere quanto già accertato dall’Agenzia delle Entrate e messo a ruolo. Equitalia combatte solo la cosiddetta “evasione da riscossione”. Ma qui non si sta imputando a Equitalia l’inefficacia della lotta all’evasione, si stanno semplicemente mettendo in discussione le ragioni della sua esistenza. Anche perché vorrei per esempio sapere quanto di quegli incassi avvengono a seguito di un semplice invio di raccomandata, senza alcun comportamento attivo.

Temo che nella lista degli enti inutili debba finire prima o poi anche la società presieduta da Attilio Befera.

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