EQUO COMPENSO/ La triste parabola dell’ex-quo compenso

Il 28 gennaio dello scorso anno sulle pagine di questo sito scrivevo, parlando di equo compenso:

“… In sostanza pare che questo sia l’inizio di un percorso diretto verso il pessimismo cosmico, dove a preoccupare i freelance non sono gli editori, ma i giornalisti che li rappresenteranno i quali, tra l’altro, avranno anche il compito di convincere i membri del governo in commissione”.

Ma torniamo allo stato delle cose…

Un anno fa eravamo tutti ottimisti perché la commissione che doveva elaborare e approvare il regolamento attuativo della legge era composto da 3 giornalisti (i presidenti di OdG, Fnsi e Inpgi), 3 rappresentanti del governo e uno solo della Fieg. Insomma, bastava conquistare un solo voto politico e il gioco era fatto.

IL SINDACATO DEGLI EDITORI

Invece sapete che è successo? Che la Fnsi ha siglato un patto con gli editori che taglia fuori i freelance e che legittima tutte le posizioni di abusivismo e precariato creando, tra l’altro, anche un enorme danno ai contrattualizzati. Perché l’equo compenso nasce per difendere i freelance, che sono un’altra cosa rispetto ai precari, agli abusivi e ai CoCoCo. Tutte realtà che il sindacato dovrebbe lottare per trasformarle in assunzioni e non difendere meramente.

La nostra idea è sempre stata chiara: Il mondo del giornalismo deve risolversi in freelance e contrattualizzati, punto. Per questo continuiamo a sostenere che il rafforzare i freelance significa proteggere i garantiti e agevolare le assunzioni. Ma al sindacato, come sappiano, queste cose non interessano più.

Non interessano al punto che l’accordo stipulato con gli editori è stato criticato dalla Commissione nazionale lavoro autonomo (Clan), che appartiene alla stessa Fnsi e che aveva studiato una proposta da presentare. In sostanza i vertici sindacali hanno sconfessato i loro stessi ‘specialisti’ pur di entrare in ‘sintonia’ con gli editori.

E lo hanno fatto con la menzogna, perché il presidente Giovanni Rossi lo scorso 11 gennaio a Firenze, sul palco degli Stati generali dell’informazione precaria, gridava la difesa dei freelance nonostante avesse siglato il patto con la Fieg il giorno prima.

L’ORDINE DEI CASINISTI

E non finisce qui. Perché c’è anche l’Ordine dei giornalisti, dove da un lato c’è il presidente Enzo Iacopino con tutti i suoi meriti sulla questione, dall’altra c’è una proposta posticcia, totalmente inadeguata elaborata dal Gruppo di lavoro precari e freelance. Disastro che rimane più o meno tale anche dopo le pezze aggiunte nell’ultima riunione del 20 gennaio, dove tra l’altro e solo su suggerimento nostro, sono stati inseriti anche quei ‘tempi di pagamento’ che si erano persi per strada (Ma come si fa? Eppure avevano anche del materiale sul quale ragionare).

Purtroppo l’ultima riunione del Gruppo di lavoro precari e freelance dell’Ordine è partita dal presupposto: “Non si può cambiare ma solo integrare perché l’ho già proposta a Legnini”. Iacopino ha ragione, non si può fare una figuraccia del genere. Però, partendo dal riconoscere che senza di lui probabilmente la legge sull’Equo compenso non sarebbe mai nata e, sempre senza di lui, probabilmente qualcun altro, a caso, avrebbe siglato un accordo nel quale i freelance avrebbero dovuto pagare per lavorare, mi chiedo:

Com’è stato possibile avvallare una proposta tanto inadeguata, che non difende i meno garantiti, che danneggia quelli che riescono in un qualche modo a farcela, che è totalmente priva di prospettiva e che a ben vedere non riflette nemmeno il senso della legge, cioè quello che enuncia il solito art. 36 della Costituzione? E che non mi si venga a dire che è un punto di partenza. Perché le trattative sono sempre al ribasso e una volta firmato, il regolamento, è da attuare così com’è!

IL GOVERNO DELL’EDITORE?

L’ultimo capitolo infine è tutto per il governo, che non sappiamo ancora per chi voterà. Sappiamo solo che ha dato un ultimatum: Se entro il 28 febbraio non ci sarà un piano condiviso da tutte le parti il 10 marzo ne produrranno uno loro e quello sarà discusso in aula (parlamentare). Bene. Forse potrebbe essere una soluzione, se non fosse che proprio uno dei rappresentanti del governo, su richiesta del presidente dell’Ordine, abbia riscritto l’accordo Fieg-Fnsi… peggiorandolo. Il messaggio, così com’è, sembrerebbe chiarissimo.

LA SAGA CONTINUA?

Per fortuna ci sono le ultime notizie a prolungare la speranza, perché se tutto va bene, un paio di assi nella manica Iacopino li ha ancora. Speriamo, perché altrimenti non solo non ci saranno più freelance, che non avranno di cui vivere, ma, alla lunga, neanche contrattualizzati!

Fabio Gibellino
www.usgf.it
www.senzabavaglio.info

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