FREELANCE SI’ COGLIONE NO/Una campagna che coglie nel segno

«No guarda, per questo progetto non c’è budget. Però ti sto dando una grande occasione di visibilità». Lanciati sul web il 13 gennaio, i tre spot della Zero Pirate Filmmakers sono già un fenomeno mediatico, ripresi da reti televisive, carta stampata, oltre, naturalmente dai principali siti online.

La pagina Facebook ha raccolto (a sabato 18 gennaio) 11.627 mi piace, su You Tube l’episodio dell’idraulico (http://www.youtube.com/watch?v=sd5mHHg1ons) è stato visto da 832 mila persone.

Perché la vicenda dei tre giovani (idraulico, antennista (http://www.youtube.com/watch?v=GsFTmcd1u5Y) ,  giardiniere (http://www.youtube.com/watch?v=0rppx22VRlg)) che, a fronte del loro lavoro, si sentono rispondere che di essere pagati proprio non se ne parla, ha colpito nel segno.

“Freelance sì, coglione no” è il messaggio della campagna ideata da Niccolò Falsetti, Stefano De Marco e Alessandro Grespan per dire basta allo sfruttamento dei giovani creativi, sottopagati o neanche ricompensati per il loro lavoro, che alle loro lecite richieste si sentono rispondere lo stesso refrain:  «Fai un lavoro che ti piace, ti diamo la possibilità di farlo, che vuoi di più?»

Una risposta ben conosciuta dai collaboratori – giovani e meno giovani – che ricevono compensi ridicoli per il “prestigio” di scrivere per una testata nazionale. O anche locale. Per non parlare dell’assurdo trattamento di serie B di chi scrive per i siti.

Anna Jannello
Senza Bavaglio

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