E’ francamente incredibile che a proporre la possibilità di arresto per i giornalisti sia un avvocato! Invece è proprio il deputato Maurizio Paniz, di professione avvocato, a voler introdurre nella Legge Bavaglio all’Informazione il mandato di cattura per i giornalisti che osassero pubblicare il testo di intercettazioni telefoniche non ancora sbloccate dai magistrati inquirenti.
Scalfari e Jannuzzi si salvarono solo perché fatti eleggere in parlamento nelle liste dell’allora Partito Socialista Italiano. Chi salverà i giornalisti che in futuro osassero sfidare la Legge Bavaglio? Oltretutto, in parlamento non ci sono posti sufficienti, è infatti prevedibile che nessun giornalista degno di questo nome – a partire da noi – vorrà sottostare a un simile capestro. Capestro che forse può essere accettato dagli editori dei grandi giornali cartacei, visto anche che gli tali editori fanno anche tutt’altri mestieri per i quali non desiderano inimicarsi i governi, ma di sicuro NON verrà accettato dal vasto popolo dei blog e dei giornali online.
Sì, certo, la stampa ha esagerato, sono state pubblicate anche intercettazioni di telefonate private che nulla avevano a che fare con le indagini. Basti ricordare la pubblicazione dell’sms spedito da Stefano Ricucci alla moglie, l’attrice Anna Falchi, per dirle “Ti amo”. Però da qui a volerci in galera, ce ne corre.
Con buona pace dell’avvocato Paniz, la galera per i giornalisti che fanno il proprio mestiere è roba da regimi fascisti, o comunque autoritari. E proporre la galera per questi casi è roba non da politici, ma da imbecilli. E’ comprensibile che in un’affollata corte dei miracoli qual è ormai, ma da tempo, il circo Berlusconi sia sempre più difficile farsi notare dal Grande Capo, bisogna quindi ricorrere a gesti eclatanti e a dosi molto massicce di – come dire? – piaggeria.
Conclusione: alla Legge Bavaglio ci si deve opporre, con decisione e durezza. Fatta salva la privacy di soggetti non personaggi pubblici ed evitando di cadere nel gossip, il dovere di tutti noi giornalisti è di pubblicare qualunque notizia di pubblico interesse o attinente a comportamenti scorretti di personaggi con responsabilità pubbliche, dal Capo dello Stato all’ultimo consigliere comunale di paese.
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