ROMA/Il municipio vuole essere editore e redattore di se stesso. Coi soldi pubblici

 

E dire che doveva essere, nelle intenzioni del presidente del 1° Municipio, Orlando Corsetti (Pd), una «pubblicazione che si propone di dare maggiore trasparenza al lavoro dell’Istituzione municipale e voce alle istanze della cittadinanza». Almeno stando all’editoriale da lui firmato sul primo numero (marzo-aprile 2011) del bimestrale gratuito “Roma Centro informa” che, anche in tempi di vacche magre e di tagli ai servizi per i cittadini, il Municipio Roma Centro storico è riuscito a “regalarsi” con un finanziamento di 50mila euro messi a bando nel 2010.

Ora la rivista, nata per essere «un progetto editoriale innovativo, finalizzato a diffondere la conoscenza sugli avvenimenti più importanti del Centro Storico», rischia di mettere in imbarazzo lo stesso Municipio e il suo mini-sindaco.

LO STRANO CASO DEL BANDO “VINTO” DALLE RESPONSABILI STAMPA DEL MUNICIPIO

“Libero” ha segnalato la singolare “coincidenza” della presenza – in qualità di redazione presso la società Emmegi srl (vincitrice del bando con 95 punti, quasi il doppio rispetto alle altre società concorrenti) – di due dipendenti dell’Amministrazione, Teresa Paternò e Levina Moguilewsky, promosse nel 2009, con un’ordinanza del presidente Corsetti (la numero 3 del 16 marzo 2009), responsabili dell’Ufficio Comunicazione e Stampa presso la Segreteria del Presidente e della Giunta. La loro mansione prevede che si occupino dell’organizzazione di conferenze stampa e dei rapporti con i media, pur non risultando entrambe iscritte presso alcun albo dell’Ordine dei giornalisti.

Un incarico in violazione della legge 150/2000 secondo cui, (articolo 9 comma 2) gli uffici stampa delle amministrazioni pubbliche, ad eccezione delle Regioni, “sono costituiti da personale iscritto all’albo nazionale dei giornalisti”. Come vieta, per il personale degli uffici stampa e per il portavoce,  di esercitare, per la durata del loro incarico, “attività professionale nei media”.

LA SOCIETÀ VINCITRICE DEL BANDO: UNA SOLA PERSONA IN ORGANICO E ZERO COLLABORATORI

Ma ancora più singolare, tornando alla rivista “Roma Centro Informa”, e su questo attendiamo volentieri un riscontro dalla società Emmegi srl o dallo stesso Municipio che è proprietario della testata, è che a vincere i 50 mila euro messi a bando dall’ente locale sia stata una società che, come si può dedurre, è sprovvista di una propria redazione, nonostante il bando prevedesse persino l’invio “dei nominativi ed i curricula dei soggetti che realizzano il layout, curano il progetto grafico e sono responsabili della realizzazione, della redazione e/o dell’impaginazione del periodico” (articolo 5, comma b).

Il bando prevedeva esplicitamente (articolo 3) la cura della redazione e la produzione “di testi, illustrazioni, acquisire immagini e impaginare». Mentre la società risultata vincitrice con quasi il massimo del punteggio si avvale, per la redazione dei testi e per l’organico redazionale, proprio delle due dipendenti – per altro mai citate nel loro incarico istituzionale – in forza all’ente locale, che è il promotore della gara. Redattrici che però nessuno pare conoscere, nella sede di piazza Cavour 17 dove figura la sede della redazione: «Mai sentite, non lavorano qui» dichiara un’impiegata contattando il numero della redazione, dove per altro è sconosciuta l’esistenza stessa della rivista.

“Certo che se la società vincitrice dell’avviso pubblico non ha imputato, nei costi del progetto, la redazione, che pesa per quasi il 50 per cento del budget di una casa editrice, potrebbe essere stata avvantaggiata, in quanto il bando disponeva l’affidamento del servizio alla proposta economicamente più vantaggiosa”, spiega il titolare di una delle società che ha partecipato alla gara. “Noi avevamo presentato anche un’offerta migliorativa, con una tiratura più alta a parità di costi – aggiunge – ma non abbiamo mai ricevuto risposta sull’esito della gara da parte degli uffici. L’idea che ci siamo fatti, dalla quantità di specifiche richieste al progetto, è che qualsiasi società facesse fatica a rientrare nei costi. Tagliando la voce della redazione sarebbe stato più facile anche per noi, che invece l’abbiamo”.

IL DIRETTORE RESPONSABILE? LO NOMINA IL MUNICIPIO, E “CONFONDE” ANCHE IL NOME DELLA SOCIETÀ

Stando sempre al bando, il soggetto proponente avrebbe dovuto «individuare ed incaricare, a proprie spese, il responsabile che dovrà essere iscritto all’albo dei Giornalisti» (articolo 3). Mentre Eleonora Tundo, giornalista pubblicista già dipendente della società vincitrice, viene nominata, solo a gara vinta, direttore responsabile con una delibera di giunta del Municipio (seduta del 26 gennaio 2011). Un atto che, secondo il parere del direttore dell’Ordine nazionale dei giornalisti, risulterebbe “quanto meno avventato, se non illegittimo, visto che il Municipio avrebbe dovuto fare una selezione pubblica prima di affidare l’incarico”.

Da una visura della Camera di Commercio di Roma, al dicembre 2010, la fotografia della Emmegi srl non è certo quella di un grosso competitor: 10mila euro di capitale sociale, un unico dipendente e zero collaboratori. Mentre il suo amministratore unico e legale rappresentante, Maurizio Gallo, a fine 2010 risultava imputato, davanti al giudice di Padova Rita Bortolotti, con l’accusa di concorso in truffa continuata nei confronti di Simest spa, una compartecipata a maggioranza dallo Stato con sede a Roma.

Ma in piazza Cavour 17, nei locali dove dovrebbe esserci la redazione giornalistica di “Roma Centro Informa”, si trova la sede di un’altra società, la “Emmegi and Partners”, che vanta un ricchissimo portfolio di  sponsor pubblicitari (alcuni dei quali figurano negli spazi a pagamento della rivista).

Quest’ultima azienda figura anche citata, e poi cancellata a penna relativamente alla sola dicitura “Partners”, proprio nella delibera di giunta fatta dal Municipio per la nomina del direttore responsabile della testata. Un intreccio abbastanza contorto, dove però è evidente un palese conflitto di interessi: la volontà del Municipio di essere – contemporaneamente – editore e redattore di sé stesso. In quanto il lettore della rivista non è consapevole che chi lo informa principalmente sulle gesta del Municipio, intervistando i suoi rappresentanti politici, non è un giornalista, bensì un dipendente del Municipio stesso.

Il quale sta agendo, primariamente, nell’interesse dei suoi datori di lavoro, presidente e giunta, e non secondo i criteri dell’imparzialità e terzietà richieste a chi svolge attività giornalistica.

“SALVO ACCORDI DIVERSI”: CHI VIENE PAGATO E CHI LAVORA GRATIS TRA LE TANTE FIRME DEL MUNICIPIO?

Infine, altro capitolo spinoso riguarda il trattamento economico del personale, ovvero la redazione e i collaboratori (questi ultimi consiglieri del Municipio e personale degli uffici). Nella gerenza è indicata l’enigmatica formula: “Salvo accordi diversi, la collaborazione a questo periodico è da ritenersi del tutto gratuita e non retribuita”. La collaborazione è però cosa diversa dall’attività di redazione, che generalmente configura un rapporto di lavoro subordinato, in quanto svolto nella sede e con i mezzi forniti dall’impresa editrice.

Così il rischio, in un bando che sembra davvero essere stato “liberamente interpretato” da chi l’ha vinto, è che il personale “prestato” dal Municipio all’impresa privata venga remunerato due volte: una dall’ente locale come ufficio stampa, e l’altra attraverso i soldi pubblici del bando. Ma i lettori avrebbero tutto il diritto di sapere, e il Municipio il dovere di rendere evidente, se quelli che leggono sulla rivista “Roma Centro Informa” sono articoli, frutto di attività giornalistica, o se si tratta del prolungamento dell’attività di comunicazione istituzionale.

Per fare un house-organ, tanto valeva che il 1° Municipio risparmiasse i 50 mila euro del bando, che magari poteva destinare ad altre esigenze più impellenti dei cittadini del centro storico.

Beatrice Nencha
Senza Bavaglio

 

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