Non eravamo tanti, ieri a Roma, davanti a palazzo Madama, ma eravamo rappresentanti di tutte le sigle che si sono formate qui, sul territorio capitolino, e che si stano coordinando con altri gruppi a livello nazionale.
Eravamo lì perché volevamo essere all’audizione della Fnsi promossa dalla Commissione Lavoro del Senato perché si sarebbe parlato di noi, precari/freelance, e volevamo farlo in prima persona senza il “cappello” della Fnsi che per noi non ha mai fatto nulla. Abbiamo ottenuto che il presidente della Commissione, il senatore Pasquale Giuliano, aprisse la seduta dei lavori leggendo il nostro documento congiunto, davanti a Franco Siddi, in cui abbiamo affermato a chiare lettere che la FNSI non ci rappresenta, anzi ci danneggia.
“I precari del giornalismo siamo noi e una rappresentanza del sindacato è stata convocata senza aver interpellato nessuno di noi e senza avere legittimità per parlare a nostro nome”, è scritto.
“I sindacalisti in questi anni hanno scelto di non volerci rappresentare, escludendoci dai tavoli delle trattative con gli editori, dai comitati di redazione e non menzionandoci nel Contratto collettivo nazionale”.
Abbiamo chiesto, quindi, di essere gli interlocutori di un’indagine reale sul mondo dell’editoria perché siamo noi che viviamo ogni giorno sulla nostra pelle la situazione di sfruttamento. Il presidente di Commissione si è impegnato ad ascoltare entro una settimana una rappresentanza nazionale dei coordinamenti di giornalisti precari e freelance.
Qui a Roma, ancora una volta abbiamo notato l’assenza di chi all’interno di Stampa Romana dovrebbe rappresentare i precari e i freelance. Nessuno della Consulta freelance si è premurato di agire o di porre la questione della nostra partecipazione a questo incontro, perché questo avrebbe significato mettere in discussione le politiche imposte dall’alto, a livello nazionale e regionale.
A noi va benissimo così, anzi li ringraziamo per averci ricordato con la loro inanità che stiamo facendo la cosa giusta e che l’unica realtà dei freelance e dei precari si muove ora fuori dalle rigide griglie di un sindacato fermo e inutile.
Antonella Vicini
Senza Bavaglio Roma
segue comunicato stampa post evento
Primo successo dei giornalisti precari a Roma,
il Senato ne riceverà una delegazione
Roma – Protesta dei giornalisti precari e freelance davanti a Palazzo Madama in occasione dell’audizione del sindacato di categoria, la Fnsi, in commissione Lavoro per un’indagine conoscitiva sul precariato nel settore dell’editoria. Il presidente della Commissione, il senatore Pasquale Giuliano, ha aperto la seduta con la lettura del documento che gli è stato consegnato da una delegazione dei manifestanti. I precari del giornalismo, stanchi di una situazione non più accettabile, si sono rivolti direttamente ai senatori per fare conoscere le loro storie e “indagare la truffa rappresentata da costose e inutili scuole di giornalismo”.
La richiesta di un’indagine reale sul mondo dell’editoria che prenda come interlocutori anche chi vive sulla sua pelle la situazione di sfruttamento è stata accolta dal presidente di Commissione che si è impegnato ad ascoltare entro una settimana una rappresentanza nazionale dei coordinamenti di giornalisti precari e freelance, costituiti dal basso in tutta Italia.
“I sindacalisti in questi anni hanno scelto di non volerci rappresentare, escludendoci dai tavoli delle trattative con gli editori, dai comitati di redazione e non menzionandoci nel Contratto collettivo nazionale” scrivono i i giornalisti precari e collaboratori delle principali testate che si sono riuniti in numerose sigle e iniziative autonome al di fuori della Federazione nazionale della stampa italiana. In occasione della manifestazione del 9 aprile “Il nostro tempo è adesso”, queste sigle scenderanno in piazza unite in un Coordinamento di giornalisti precari e freelance.
I giornalisti hanno chiesto di essere ascoltati dai senatori per raccontare quali sono le effettive condizioni di lavoro dei giovani e dei collaboratori, sottoposti a ricatti quotidiani, sottopagati o non pagati affatto. “I precari del giornalismo siamo noi – dicono i manifestanti – una rappresentanza del sindacato è stata convocata senza aver interpellato nessuno di noi e senza avere legittimità per parlare a nostro nome”.
Queste le condizioni di lavoro denunciate dai giornalisti sfruttati: ” Noi che riempiamo i giornali, le radio e le televisioni ogni giorno, noi che siamo pagati poche decine di euro per articoli e inchieste, noi siamo fantasmi dietro a una firma, non abbiamo ammortizzatori, non abbiamo dignità. Coloro che hanno contratti a termine vivono appesi a un filo, quelli che sono pagati ad articolo non hanno neanche quel filo e vivono col terrore di non essere richiamati il giorno successivo.
La libertà d’espressione di cui dovremmo essere bandiere ci è così preclusa. Le condizioni di lavoro a cui siamo costretti sono tanto più assurde e inadeguate se si pensa che molte delle testate da cui siamo arruolati, come in un caporalato dell’editoria, si avvalgono di milioni di euro di finanziamento pubblico”.
Coordinamento giornalisti precari e freelance di Roma
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