FNSI/Un Palazzo lontano dai veri problemi

 

Cosa succedeva fuori dal Palazzo, mentre a Bergamo, al Congresso della FNSI, si sperimentavano strategie recupera-delegati e mentre freelance e precari assistevano, impotenti, ancora una volta ai giochi politici in attesa che, forse, un giorno, qualcuno si decida a ritenerli partner sindacalmente degni e autonomi, senza badanti contrattualizzati deputati a parlare a nome loro?

Succedeva che fuori, nel mondo vero, alcuni freelance, precari, non contrattualizzati decidessero che è giunto il momento di prendere le redini della propria professionalità – vilipesa ogni giorno dalle condizioni in cui sono costretti a lavorare – e rivendicasse AUTONOMAMENTE i propri diritti; il diritto alla DIGNITÀ.

 

Attraverso la rete, il passaparola, le community, i social network si sta, lentamente, ma ineluttabilmente, formando una coscienza comune, frutto di un’insofferenza che ha toccato limiti mai superati prima d’ora.

 

E che accade? Accade che Raffaella Cosentino (un esempio, ma non l’unico del genere) stanca di non sentirsi rappresentata dalle logiche del Palazzo, decide di promuovere una campagna rivolta agli altri giornalisti e alla gente comune, perché si sappia cosa avviene dietro le quinte dell’informazione.

 

Lo ha fatto con un ebook, “Quattro per cinque”, raccontando la sua esperienza e quella di alcuni colleghi che operano nel sud Italia, che trattano ogni giorno argomenti pericolosi, che si sono visti recapitare a casa pallottole, e che vengono pagati pochi euro a pezzo. Dal particolare all’universale il passo è breve. Certo, qualcuno opporrà che Roberto Natale ha fatto la prefazione del libro, ma era un tentativo, forse ingenuo, che il Palazzo si calasse veramente sul campo.

 

Fatto sta che la piccola marcia virtuale sta procedendo. “Non lavoro per meno di 50 euro” è la campagna dei giornalisti che rifiutano di scrivere gratis. (http://40per50.blogspot.com).  Si ispira all’esempio dei braccianti africani che a Castel Volturno hanno scioperato contro i caporali con questo slogan.

 

Molti dei giornali, siti e contenitori di informazione sono prodotti sfruttando giornalisti collaboratori e precari. Con contratti da fame o senza uno straccio di contratto per anni.

 

Pagati anche 4 centesimi a riga o pochi euro ad articolo, ricattabili e isolati. Si lavora senza sapere se, quanto e quando si verrà pagati. Non

chiediamo un contratto, chiediamo rispetto. Chi aderisce alla campagna promossa dall’ebook “Quattro per cinque” non accetta più di scrivere senza garanzie.

 

I nostri obiettivi:

– Riconoscimento del pagamento minimo per articolo o notizia coperta (50 euro minimo)

– Certezza dei tempi per il pagamento (40 giorni massimo)

– Regole chiare per la proposta, l’approvazione, la pubblicazione.

– Iscrizione al sindacato dei giornalisti con una quota ridotta (20 euro e non 100 annuali)

– Rappresentanza sindacale per i collaboratori all’interno delle redazioni

 

Per aderire basta visitare il blog 40per50 alla voce “come aderire” e mandare una mail con l’adesione e i propri dati all’indirizzo indicato. È facoltativo raccontare la propria storia (anche in forma anonima) in 30 righe. Le storie raccolte verranno inserite nel blog alla voce “storie allucinanti”. Le riprenderemo sul sito di Senza Bavaglio (www.senzabavaglio.info) e dell’USGF (www.usgf.it), l’Unione Sindacale Giornalisti Freelance.

 

Raffaella non è sola. Qui di seguito solo uno dei commenti che ho raccolto dopo aver messo in rete l’appello: “Facciamola girare, vero, ma non basta. Ci vorrebbe uno sciopero. Manifestazioni. Pagine bianche sui giornali. Silenzio tv e radio. Tanto casino. Perchè, ragazzi, non se ne può davvero più… “. Questa è la situazione attuale.

 

Quanto ci vorrà perché lì, nel Palazzo, dove si discute della Storia, si renderanno conto che la Storia è già qui e ora?

 

Antonella Vicini

Senza Bavaglio Roma

www.senzabavaglio.info

www.usgf.it

 

 

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