CASO CARUSO/E il sindacato si sveglia solo a parole

  • E’ davvero lodevole e sicuramente doveroso l’intervento del vicesegretario FNSI Daniela Stigliano sul caso della collega Paola Caruso, precaria al Corriere. Peccato che la stessa Stigliano sia stata la principale fautrice dell’affossamento dell’Organismo di Base dei Freelance. Un organo previsto dallo Statuto della FNSI. La sua costituzione è stata approvata per ben due volte a due diversi Congressi della Federazione.
  • L’Organismo di base dà una vera rappresentatività ai freelance e ai precari e in un caso come questo avrebbe avuto il potere di intervenire direttamente sul Corriere della Sera, esattamente come fa l’USIGRAI per i giornalisti Rai. E ci si sveglia solo ora, perché la collega Paola Caruso ha reagito con clamore? Ma quanti altri hanno vissuto e vivono pesanti ingiustizie senza che la FNSI abbia mai fatto un piccolo cenno di una qualche azione, al massimo sentita solidarietà? Ma di solidarietà non si può vivere, né ora né mai.
  • Peccato che quando la segreteria della FNSI si riuniva quasi quotidianamente con i rappresentanti FIEG per la trattativa contrattuale non abbia nemmeno detto una parola sulla riduzione dei compensi ai collaboratori, che proprio in quei giorni avvenivano d’ufficio e unilateralmente.
  • Non dimentichiamo che aveva iniziato timidamente un editore senza nessuna reazione da parte della FNSI, nonostante Senza Bavaglio avesse chiesto al sindacato un intervento immediato. Quindi via, uno dopo l’altro tutti hanno unilateralmente applicato una drastica riduzione dei compensi (dal 20 fino a perfino il 50 per cento in alcuni casi) che ben presto si è trasformata in un vero e proprio cartello, magari non concordato ma di sicuro realizzato. Silenzio su tutta la linea.
  • Silenzio anche sul fatto che alcuni editori, fra gli altri proprio quello di cui Stigliano è anche Cdr, applicano la strana regola che i collaboratori si pagano fino al raggiungimento del tetto dei 5.000 euro lordi, per il resto del dovuto si passa all’anno successivo e se intanto al collaboratore perché è bravo vengono commissionati altri pezzi e supera ancora il fantasioso tetto, tanto peggio.
  • Di nuovo silenzio quando gli editori non riconoscono il contributo INPGI del 2 per cento sui compensi erogati come Cessione del Diritto d’Autore o sulla fantomatica quanto inesistente “prestazione occasionale”.
  • E dov’era la collega Stigliano quando all’ultimo momento tutto il capitolo che riguardava il lavoro autonomo, i diritti e le tutele per questa vasta parte della categoria, è stato cassato da quel fantastico e tutelante Contratto Nazionale inopinatamente firmato nell’aprile del 2009 e che un altro vicesegretario, l’inossidabile Chicco Ferri, esalta come ottimo?
  • Fa davvero ridere a crepapelle, per non dire piangere disperatamente, leggere come il vicesegretario Stigliano parla dell’atteggiamento degli editori negli ultimi dieci anni.
  • Ma dov’erano tutti quando in tutte le sedi competenti noi, e molti altri insieme a noi, denunciavamo giorno per giorno gli abusi perpetrati sui freelance e sui precari e il rischio per la qualità dell’informazione se la FNSI non fosse intervenuta con forza e prontezza?
  • Quale informazione corretta e tutela del cittadino utente può esistere se si accettano pochi euro al pezzo o se la FNSI stessa firma un accordo con gli editori USPI a tariffe da fame?
  • Eppure c’erano tutti quando Senza Bavaglio, chiamato alla Commissione Cultura congiunta Camera-Senato, allora guidata da Piero Folena, denunciò con chiarezza la situazione dei giornalisti freelance e precari. Tutti i deputati presenti ringraziarono personalmente perché finalmente avevano capito cosa stava succedendo nel mercato del lavoro autonomo.
  • C’erano tutti, compreso Franco Siddi. Ma nessuno ha voluto cavalcare le idee e le proposte di Senza Bavaglio. Nessuno ha approfittato del momento propizio per realizzare insieme ai deputati e senatori di allora qualcosa di concreto. Nessuno si è sognato lontanamente di appoggiare la proposta di legge per tutelare i liberi professionisti, depositata prima da Marco Rizzo, il 7 aprile 2004, e poi, nella successiva legislatura, anche dai Verdi, proprio il giorno della nostra audizione alla Commissione Cultura. Nessuno si è mosso forse perché quella proposta era ispirata da Senza Bavaglio?
  • Al contrario, la dirigenza della FNSI, si mosse contro di noi. Non trovò niente di meglio che interrompere la seduta e cercare in tutti i modi di farci allontanare.
  • Le parole a favore dei freelance e dei precari si sprecano, ma i fatti non ci sono. O meglio quelli che ci sono mostrano come tutta la dirigenza FNSI abbia abbandonato i liberi professionisti dell’informazione, le cui tutele non sono state inserite nel contratto. Parole in libertà quelle di Daniela Stigliano. Infatti chi se ne frega delle indagini sulle condizioni dei freelance elaborate in Senato citate con orgoglio come un grande passo.
  • La loro, la nostra condizione di freelance, è ben palese e chiara sotto agli occhi di tutti: tragica e disperata, senza tutele, senza diritti, con compensi da fame, costretti a firmare patti leonini pur di portare a casa anche una sola misera pagnotta.
  • Parole in libertà, quelle della FNSI, che porteranno a nuove assunzioni solo con il contagocce. Troppo facile per gli editori sic stantibus rebus sbattere fuori dalle redazioni gli assunti che costano tanto e attingere a piene mani da quella massa di lavoratori che offrono una grande professionalità a così poco prezzo. Il tutto con il silenzio assenso della FNSI.
  • Simona Fossati
  • Candidata in Lombardia
  • per Senza Bavaglio

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