“La sentenza è significativa di una politica aziendale che da molto tempo tende a ridimensionare il ruolo degli inviati e restringerne l’autonomia”, sostiene una nota.
All’avvocato Guido Trioni del Foro di Milano, che lo ha assistito nel giudizio di primo grado, Ferraro ha dato mandato di proporre appello, per ottenere una più congrua valutazione della durata dell’inadempimento dell’editore (riconoscimento del demansionamento parziale negli anni precedenti) e delle sue responsabilità risarcitorie.
Inviato speciale per l’estero dal 1978, Renato Ferraro ha svolto inchieste e reportage in Africa e Medio Oriente e poi coperto la rivoluzione iraniana e la guerra Iran-Iraq. Dal 1982 al 1994 è stato corrispondente dall’Estremo Oriente, con sede a Pechino e Hong Kong. In quegli anni ha coperto i moti di piazza Tien-An-Men.
Dopo la chiusura della sede orientale del Corriere nel 1994, ha continuato a coprire il Far East ma con un impegno lavorativo che gradualmente veniva ristretto, mentre i suoi compiti erano trasferiti a colleghi inviati o semplici redattori. E ciò senza che le successive direzioni gli muovessero critiche o gli proponessero altri incarichi.
Dal 1994 la riduzione di lavoro, in termini quantitativi e qualitativi, portava nel 2004 ad un demansionamento totale.
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