Altissimo Presidente del Consiglio, onorevole Berlusconi,
Alle ore 14,22 di sabato scorso 27 giugno abbiamo letto sul sito on line de Il Giornale, testata di cui i Suoi eredi detengono la maggioranza, e quindi la più affidabile nel riportare fedelmente il Suo pensiero, (http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=361868) un virgolettato a Lei attribuito con questa frase: “Per combattere davvero la crisi economica bisogna chiudere la bocca a tutti questi organismi internazionali che ogni giorno dicono la crisi di qua e la crisi di là e anche agli organi di stampa che tutti i giorni danno incentivi alla paura e diffondono il panico”.
E poco sotto “un giorno sì e uno no escono e dicono che il deficit è al 5 per cento, meno consumi del 5 per cento, crisi di qui, crisi di là, la crisi ci sarà fino al 2010, la crisi si chiuderà nel 2011… Un disastro: dovremmo veramente chiudere la bocca a tutti questi signori che parlano, magari perché di cose che i loro uffici studi gli dicono possono verificarsi, ma che così facendo distruggono la fiducia dei cittadini dell’Europa e del mondo”.
Nello stesso articolo si riporta inoltre che, a metà mese a Santa Margherita, Lei avrebbe spiegato agli imprenditori che per superare questa crisi “devono avere coraggio, continuare a crederci e non avere paura. Devono anche – ha aggiunto – spingere gli editori a non diffondere sui giornali o sulle televisioni il panico arrivando anche a minacciare di non dargli più pubblicità”.
E avrebbe pure chiesto loro “di continuare a fare promozione dei propri prodotti non diminuendo la pubblicità” perché il rischio è quello “di perdere quote di mercato” innescando un circolo vizioso che porterebbe anche a una diminuzione della produzione. Noi Le abbiamo creduto! Anche perchè il 17 luglio un’Ansa (http://www.primaonline.it/2009/07/17/72952/editoria-unita-25-copie-rispetto-a-giugno-2008/) annunciava che l’Unità, nell’ultimo anno, aveva aumentato le copie vendute in edicola del 25 per cento e che era in costante crescita dal settembre 2008.
E questo confermava quanto da Lei sostenuto: la crisi evidentemente non c’era. Non Le diciamo il nostro stupore nell’apprendere, martedì 28 luglio, leggendo un articolo di Claudio Plazzotta su Italia Oggi, (http://www.italiaoggi.it/giornali/preview_giornali.asp?id=1615609codiciTesate=1sez=notfoundGtesto=MONDADORI+TAGLIA+106+GIORNALISTI&titolo=Mondadori%20taglia%20106%20giornalisti ) ripreso persino su Dagospia. Vi si sostiene che la Sua azienda, la Mondadori intendiamo, è in crisi, costretta a tagliare ben 106 giornalisti. Che sia l’unica azienda in crisi in Italia?
Ci sorge il dubbio che l’eccessiva fiducia dimostrata finora dalla sua casa editrice nella pubblicità, (e forse anche direttori scelti spesso più per la loro compiacenza che per le loro capacità) abbiano creato prodotti artificiali, contenitori di pubblicità sì, ma non contenitori di notizie, che ora, durante la crisi, sono senza mercato. Perchè infatti gli italiani dovrebbero comprare prodotti che non contengono notizie, ma marchette?
A questo punto infatti sorge il dubbio che la crisi sia reale, ma non sia servita a diagnosticare la malattia dei massmedia. La terapia messa a punto infatti non consiste in una inversione di tendenza (licenziamento dei manager che hanno prodotto mass media spazzatura, e dei direttori inetti sostituiti con “giornalisti”), ma nel far pagare il conto della malagestione ai dipendenti, che si sono limitati ad eseguire quanto loro ordinato.
Ora quindi ci aspettiamo almeno di sentirLe dire da tutti i pulpiti che domina, della Tv privata e di quella pubblica, che la crisi c’è. Altrimenti dovremmo dedurne che l’unico imprenditore veramente incapace è proprio Lei…
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