SCIOPERANO IL TRENTINO, ALTO ADIGE E CORRIERE DELLE ALPI

Venerdì 26 giugno non escono in edicola i quotidiani il Trentino, Alto Adige e Corriere delle Alpi, di proprietà del gruppo Repubblica-Espresso-Finegil per uno sciopero indetto dalla redazione.
Nel giorno stesso in cui l’Espresso annunciava azioni legali contro il premier Silvio Berlusconi per il suo invito rivolto ai giovani imprenditori a boicottare il gruppo, reo di lesa maestà dalla vicenda Noemi in poi, ricavando un balzo in borsa del 9%, gli amministratori tagliateste romani salivano fino a Bolzano con la lista dei prepensionabili per dire: “Ragazzi producete troppo poco e siete in troppi”.
Dunque, stop immediato al turn over e piano di ridimensionamento delle redazioni (soprattutto di quella trentina) per un totale di sette giornalisti. Non solo: i giornali dovevano andare a stampare full color a Mantova, abbandonando lo storico centro stampa di Bolzano. Il trasferimento ci sarà, ma ad essere stampata a colori sarà solo la pubblicità.
Di fronte a questo programma di disinvestimento, è stata immediata la reazione della redazione dei tre giornali, già penalizzati in questi anni, e immediata è stata anche la reazione dei Cdr dei tre quotidiani regionali concorrenti, rilanciata dall’Ansa regionale.
Il Cdr de l’Adige di Trento ha espresso solidarietà, rilevando “la pericolosa tendenza in atto nel mondo dell’editoria, che ha macinato negli ultimi dieci anni utili impressionanti ma che, di fronte ad un solo anno di crisi, risolve i propri problemi tagliando personale e centimetri di carta, invece di impegnarsi a reinventare i propri prodotti per renderli più appetibili, soprattutto dal punto di vista qualitativo.
Tagliare il numero dei giornalisti senza ripensare i contenuti dei giornali significa ridurre il tempo, per chi resta in redazione, di approfondire le notizie e di scavare dietro le “veline” di palazzo: esercizio necessario per garantire al lettore quella controinformazione – rispetto ai centri di potere – che è primario dovere proprio dell’informazione”.

E solidarietà, subito dopo, ha offerto anche il Cdr del Corriere dell’Alto Adige e del Corriere del Trentino (dorsi del Corrierone nazionale), sottolineando la particolare vicinanza “ai colleghi perché per loro si profilano condizioni di lavoro sempre più difficili, ormai sempre più simili a quelle che i giornalisti del Corriere dell’Alto Adige e del Corriere del Trentino vivono fin dal primo giorno”.

Un collega dei quotidiani in sciopero ha commentato: “Sarebbe ora che il sindacato nazionale, di fronte a tutti questi piani di ristrutturazione presentati nelle ultime settimane in Italia, definisse una risposta collettiva”.

Probabilmente solo una pia speranza, davanti ad una Fnsi che ha gettato le armi firmando il nuovo contratto.

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