C’è poco da danzare felici perché il ricco Epulone ci lancia gli avanzi della sua tavola… Anche perché fuori Italia la situazione è affrontata in modo più serio. Il collega Luciano Borghesan, che già al congresso della Fnsi di S. Vincent chiese di porre finte all’utilizzo dell’Inpgi come ammortizzatore sociale, cioè alla sua mungitura per funzionare di fatto anche da sponda agli editori, mi ha inviato alcuni dati riguardanti la Francia invitandomi a fare un raffronto. Eccolo:
1) Francia
Il governo stanzia 600 milioni di euro in tre anni, pari a una media di 200 l’anno. La Francia stanzia quindi ogni anno e per tre anni di fila il massimo delle cifra totale che l’Italia prevede di spendere nell’arco di ben 10 anni! Il piano di rilancio annunciato da Sarkozy è condizionato a una riforma complessiva del settore, e i 200 milioni di euro l’anno vengono stanziati come aiuti a quotidiani, settimanali e distribuzione. Le principali misure del piano annunciato dal capo dello Stato francese consistono in:
– rinvio di un anno dell’aumento delle tariffe postali che rappresenta un costo di circa 24 milioni di euro;
– aumento dal 20 al 40% delle spese di comunicazione dello Stato e delle istituzioni pubbliche a favore della stampa;
– sostegno agli edicolanti (60 milioni di euro) e alla distribuzione a domicilio (80 milioni);
– aiuto da parte dello Stato in modo equo per il settore della stampa tradizionale, quello della stampa on line e quello della free press.
– In particolare verrà creato uno Statuto di Editore di “stampa online”;
– ogni giovane per l’intera durata del suo 18° anno avrà un abbonamento gratuito a un quotidiano di sua scelta.
2) Italia
L’aiuto erogato con la grancassa stabilisce che:
– lo Stato si accolli l’onere sostenuto dall’Inpgi per i trattamenti di pensione anticipata, pari a 10/20 milioni di euro annui;
– l’Inpgi otterrà il rimborso degli oneri fiscalizzati dietro presentazione dei documenti al ministero del Lavoro ;
– una volta scattata l’età per la pensione di vecchiaia, l’onere tornerà a carico dell’Inpgi, fatta eccezione per la quota di pensione connessa agli scivoli contributivi, riconosciuti però solo fino a un massimo di cinque annualità, che continua a gravare sul bilancio dello Stato.
Conclusioni:
In Francia – dove non esiste né un duopolio tipo Mediaset-Rai né il devastante conflitto di interessi capo del governo/informazione giornalistica – vogliono superare le difficoltà investendo nei cittadini e sviluppando l’intero settore anche nei campi più moderni.
In Italia – dove invece esistono il duopolio Mediaset-Rai e il conflitto di interessi incarnato dal primo ministro proprietario di Mediaset e di molto altro ancora – si vuole superare le difficoltà favorendo solo ed esclusivamente il prepensionamento dei giornalisti. Favorendo cioè lo smantellamento dell’informazione che può fare concorrenza sia a Mediaset che alla Rai, intesa questa come appendice di Mediaset e piccolo pascolo per i partiti di sinistra. O meglio: di centro-sinistra.
Ogni commento è chiaramente superfluo.
Pino Nicotri
Senza Bavaglio
Consigliere generale Inpgi
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