Colpo di stato di Gallizzi

Senza Bavaglio
Milano, 9 dicembre 2008
A volte rimangono, o fanno di tutto pur di non andarsene. Di fatto, dopo 12 anni di presidenza al Circolo della Stampa (un po’ troppi), Giuseppe Gallizzi, il presidente più longevo che la storia del Circolo ricordi, anziché decidere di lasciare la carica con tutti gli onori, e pure con i ringraziamenti dei colleghi, per il lavoro svolto finora, ha preferito inventarsi l’ennesimo trucco pur di restare aggrappato al sacro scranno.
Questa volta, pur di non cedere il passo al nuovo direttivo eletto, peraltro all’unanimità, dalla Lombarda, ha convocato il vecchio direttivo tentando di delegittimare la lista unitaria.
Fallita l’opportunità è riuscito comunque ad ottenere un rinvio in data da destinarsi e comunque entro il 13 dicembre, delle elezioni per la nomina dei consiglieri in rappresentanza dei soci effettivi (art.32 dello statuto) che si dovevano tenere venerdì 7 novembre.
In un comunicato congiunto, David Messina (vicepresidente del circolo), Edmondo Rho (segretario generale) ed Elena Golino (consigliere), tutti membri del vecchio direttivo e tutti allineati alla nuova iniziativa, hanno sottolineato come questa sia “una decisione che non trova riscontro né nello Statuto né nel Regolamento del Circolo, ma consente il protrarsi di un ostruzionismo teso a difendere rendite di posizione piuttosto che favorire il cambiamento come il Direttivo della Alg ha voluto votando all’unanimità la nomina del nuovo Direttivo del Circolo sin dal giugno scorso. Tra l’altro l’eventuale rinvio delle elezioni non era neanche all’ordine del giorno”.
Per inciso, il 25 giugno 2005 Giuseppe Gallizzi fu riconfermato ad una presidenza che, statuto alla mano (art. 24), avrebbe dovuto concludersi tre anni dopo.
Ora, considerando che la nomina del nuovo direttivo è datata 17 giugno 2008, resta quantomeno il dubbio sul perché sia stato Gallizzi a convocare il consiglio e non Mieli, ricordando che al primo bastò l’investitura di Alg per gestire il Circolo, e persiste il dubbio pure sul perché, anziché i vecchi consiglieri, non siano stati convocati quelli di fresca nomina.
Peccato! Un collega a suo tempo rispettato e stimato ora sta mostrando alla categoria intera il lato peggiore delle persone.  Un lato che mette davanti a tutto e a tutti e, soprattutto, al bene comune, il proprio tornaconto e la propria inarrestabile sete di potere.

Senza Bavaglio

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