Speciale per Senza BavaglioCaro Stefano, ti scrivo questa lettera aperta per la stima che ho finora nutrito nei tuoi confronti. Ho letto con attenzione il tuo intervento su Julian Assange nei tuoi Appunti. Francamente trovo sorprendente la tua posizione. Soprattutto da giornalista, senza farla troppo lunga, mi stupisce la tua distinzione su “come si ottengono le notizie”.
Ti risponderò con un articolo del New York Times dell’11 aprile 2019, che evidentemente ha una visione diversa dell’informazione pur essendo una testata Usa. Nell’articolo si afferma tra l’altro: “Mr. Assange is not a traditional journalist, but most of what he does at WikiLeaks is difficult to distinguish in a legally meaningful way from what traditional news organizations, like The New York Times, do every day: seek out and publish information that officials would prefer to be kept secret, including classified national security matters, and take steps to protect the confidentiality of sources”.
Trovo inoltre fuorviante e, permettimi anche un po’ meschino, che tu utilizzi la vicenda della mail di Hilary Clinton (che, stando alla logica del NYT qualsiasi giornalista avrebbe pubblicato perché l’informazione non si fa per favorire o sfavorire qualcuno), soprattutto perché quella vicenda non c’entra nulla con le accuse alla base della richiesta di estradizione.
In conclusione vorrei ricordarti che molte delle inchieste che tu citi (i Panama Papers, per esempio, sono stati trafugati da un dipendente che ha così commesso un reato…) ma anche di quelle realizzate in Italia (penso a Ustica e varie altre stragi) non sarebbero state fatte senza violare i segreti di Stato.
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