Religione, politica, stampa e affari: le infiltrazioni di Comunione e Liberazione

Gli appartenenti a gruppi religiosi, tra cui i ciellini, si adoperano per dare vita a organismi politici, sociali e affaristici ispirati al credo della comunità di appartenenza

L’informazione in Italia sta subendo un potente attacco
da lobby politiche e finanziarie
il cui obiettivo è minare nella sua essenza la libertà di stampa.
Senza Bavaglio cerca di svelare gli intrecci
e gli interessi che si celano dietro innocue apparenze. 

Speciale Per Senza Bavaglio (1 – Continua)
Noël Marpeau
Parigi, settembre 2023

Rileggendo la storia del movimento di Comunione e Liberazione, dall’origine della Fraternità alla nascita del Movimento Popolare, dall’organizzazione del Meeting di Rimini fino al ventennio politico solcato dalla leadership di Silvio Berlusconi e giungendo fino alla vicenda giudiziaria ancora in corso di Roberto Formigoni, ci si imbatte in un modello di riferimento sociale con potenti radici nel fondamentalismo religioso, come per esempio la dichiarazione di CL sugli abusi sessuali in Germania.

Gli appartenenti a gruppi fondamentalisti si adoperano per dare vita a organismi politici, sociali e affaristici ispirati al credo della comunità di appartenenza, alcuni – sicuramente i ciellini – convinti che “Il potere non è contrario al cristianesimo”[1]

In questo contesto si colloca Comunione e Liberazione, una comunità che funziona molto bene perché risponde a precisi bisogni identitari come, per esempio, quello della famiglia concepita in un modo fortemente tradizionale, ossia monogamica, eterosessuale, orientata prevalentemente alla procreazione, all’interno della quale la donna riveste un ruolo codificato.

La passione dei ciellini è infatti quella di solcare la società civile sulla scia della spiritualità dell’Avvenimento (usiamo qui il loro lessico, ndr) con cui don Luigi Giussani, il fondatore del Movimento, ha forgiato i suoi figli. Lo racconta molto bene Roberto Formigoni, ex Presidente di Regione Lombardia, che in una videointervista condotta da Walter Maffenini, dichiara: “Fummo spinti dall’educazione che don Giussani ci aveva dato ad assumere responsabilità in prima persona[2]”.

Dal presidio ciellino non sono esclusi i luoghi della vita ecclesiale, come la Diocesi di Milano, guidata (dal 2011 al 2017) dal cardinale Angelo Scola che nei giorni di quaresima del 1993, mentre imperversa la bufera giudiziaria mani pulite, si rivolge ai membri di Comunione e Liberazione con queste parole: “Carissimi amici, noi della Fraternità di CL, apparteniamo ad una generazione, ad un popolo che Lo teme, cioè che vuole seguirLo umilmente”[3]. Con queste parole il cardinale confessa la sua apprtenenza formale a Comunione e Liberazione.

Formigoni: “Più società e meno Stato”

Comunione e Liberazione, al pari di altre organizzazioni religiose nate in epoca wojtyłiana, e ostili alla modernità, è comunque un movimento che fa un uso selettivo del progresso perché ne sfrutta, talvolta senza scrupoli, le risorse e le strutture.

Un esempio è l’associazione Colombano e Bonifacio, avvezza ad operazioni immobiliari che negli anni hanno fruttato un patrimonio vasto e redditizio. Spesso con la collaborazione della Curia milanese, governata dal cardinale Scola. La Colombano e Bonifacio è diventata, negli anni, la cassaforte dei Memores Domini  [4] che, nel linguaggio gergale, sono chiamati “gruppo adulto”.

Nel 2017 il Cardinale Scola firma un decreto che trasforma la Chiesa di Cristo Re in Milano (ceduta dalle suore Ancelle del Sacro Cuore di Gesù alla associazione Colombano e Bonifacio) in un “edificio profano non indecoroso”. Nel decreto si ipotizza già un eventuale vantaggio economico e nei locali adiacenti la Chiesa c’era una casa abitata dai Memores oltre alla sede della scuola paritaria La Zolla, gestita da persone di Comunione e Liberazione.

Pochi mesi dopo viene firmata, dal Comune di Milano, guidato dal sindaco Beppe Sala, la determina di piano integrato che prevede il cambio di destinazione urbanistica del lotto [5].

Il principio che ha permeato le iniziative promosse dai ciellini e le riforme realizzate dai loro politici è quello della sussidiarietà, un principio antikeynesiano. Secondo Formigoni appartiene alla “tradizione cristiana e liberale…. un metodo di governo che vale per tutti i governi, quelli nazionali, quelli sovranazionali, quelli regionali, quelli locali; significa mettere al primo posto il valore della persona; prima della politica viene la persona, il mio motto era ‘più società, meno Stato’ cioè lo Stato al servizio delle persone”.

Il contrasto allo statalismo come metodo di governo fu utilizzato da Formigoni in tutti gli ambiti del fare politica, a cominciare dalla famiglia fino alla scuola e alla sanità [6]: il documento mostra i finanziamenti alle suole dell’Opus Dei che funzionano come le “paritarie” di Comunione e Liberazione.

Nei prossimi articoli seguono solo alcuni esempi della diffusione capillare con cui le persone di Comunione e Liberazione presidiano i contesti di potere.

Noël Marpeau
noelmarpeau@gmail.com
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(1 – continua)
© RIPRODUZIONE RISERVATA

[1] “Ero il Celeste: adesso esco 2 ore al giorno. Caduto dal Pirellone, così risalgo la vita”

[2] Walter Maffenini intervista Roberto Formigoni

[3] Lettera di don Luigi Giussani ai membri della Fraternità, 11 marzo 1993.

[4] Memores Domini è dal 1988 un’associazione laicale e internazionale di fedeli di diritto pontificio composta da persone della Fraternità di Comunione e Liberazione che seguono una vocazione di dedizione totale a Dio.

[5] Aggiornamento del piano dei servizi

[6] Le scuole dell’Opus Dei a Milano – finanziate con i soldi pubblici

Le iconografie di Senza Bavaglio sono di Valerio Boni

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