FNSI e la CLAN: come ridurre il lavoro autonomo a un presidio personale

Speciale per Senza Bavaglio
Solen De Luca
Roma, 2 aprile 2021

In seno alla FNSI, esiste un organismo dall’antipatico acronimo “Clan” che dovrebbe occuparsi degli Autonomi, dei Freelance e di tutti quei giornalisti non contrattualizzati, che rappresentano ormai il 75 per cento della categoria di chi esercita questo mestiere. La Clan – Commissione Lavoro Autonomo Nazionale – è formata dai rappresentanti eletti di ogni singola regione (un rappresentante per regione, tranne il Lazio e la Lombardia cui ne spettano due in quanto sono le regioni che hanno il maggior numero di giornalisti) per un totale di 22 componenti, e da un Coordinatore nazionale (eletto in un secondo momento dagli stessi rappresentanti regionali). E, fin qui, l’iter democratico è garantito. Poi c’è la figura del “Presidente della Clan”, quest’ultimo non eletto, non votato, ma semplicemente “nominato dalla Giunta Esecutiva della stessa Federazione Nazionale della Stampa Italiana e scelto tra i componenti della Giunta stessa”, come recita lo Statuto.

Di recente il segretario generale della FNSI ha insignito il presidente della Clan dell’onere e onore di rappresentarlo nella Commissione per l’Equo Compenso. Probabilmente, per questo anche il presidente della CLAN è stato inserito nella delegazione della FNSI all’incontro con il neo Sottosegretario all’editoria, Giuseppe Moles. L’essere riusciti ad ottenere quest’incontro ha rappresentato quindi una discreta opportunità, affinché venissero “affrontate le questioni più urgenti che riguardano il settore dell’editoria e il mercato del lavoro”, come recita lo stesso comunicato stampa presente sulla homepage del sito della FNSI, del 31 marzo 2021.

Peccato, però, che la stessa Commissione Lavoro Autonomo della FNSI non sia mai stata avvertita di questo incontro e che a nessuno dei suoi 22 componenti sia mai stata inviata anche solo una semplice mail a titolo informativo da parte del suo neonominato Presidente. Peccato anche che di questo importante incontro, si debba venir a conoscenza solo per caso, en passant, così come se niente fosse. Per dovere di cronaca, ne sono venuta a conoscenza solo grazie alla mail inviatami dalla mia associazione regionale, Stampa Romana, in quanto iscritta alla sua mailing list.

Ma in FNSI succede anche questo. Oltre a rimanere perplessi circa la mancata e quanto meno auspicabile informazione, – e chi scrive è una delle due rappresentanti del Lazio della Clan oltre che Coordinatrice della Commissione Lavoro non dipendente dell’Associazione Stampa Romana – c’è da chiedersi il perché di questo comportamento: ingenuità, mancanza di cortesia e incapacità? O piuttosto atteggiamento saccente e autocratico di chi pensa di poter parlare a nome e per conto di 22 persone senza che queste siano state quantomeno avvertite? La deriva di stampo dittatoriale che sembra delinearsi in questa vicenda non giova sicuramente né a quella parte di categoria che si vorrebbe rappresentare né all’intera FNSI.

Ma non finisce qui. Perché, sempre dal sito della FNSI, spunta il “precariometro”, uno strumento a pseudo firma Clan (datata 29 marzo 2021) volta a far emergere lo sfruttamento attraverso un “sondaggio sulle condizioni di lavoro nel mondo dell’informazione per contrastare la narrazione degli editori secondo cui il precariato non esiste. E se il collega lo vuole, potremo intervenire a sua tutela”. Per dirla alla Totò: “Ma mi faccia il piacere!”.

1 – In un momento storico in cui il precariato urla vendetta, partorire un sondaggio sembra davvero una beffa.

2 – La Clan non ha mai firmato alcun bene placet riguardo al suddetto sondaggio.

3 – Anche questa volta, la Clan non è mai stata informata della pubblicazione di tale sondaggio.

4 – Ed è forse qusto il punto più grave, si legge nel comunicato stampa della “possibilità di attivare direttamente lo sportello lavoro autonomo Fnsi per essere ricontattati da un rappresentante Clan-Fnsi”.

Oltre al fatto che se si clicca sul link, appare il generalissimo indirizzo mail “lavoroautonomo@fnsi.it“ (che non garantisce quindi alcun contatto di tipo personale), devo ammettere la mia perplessità, in quanto Rappresentante Lazio della Clan, per non aver ricevuto nessuna richiesta in merito alla mia disponibilità nell’accettare di volere rispondere alle mail provenienti da questo sedicente questionario e nel volermene anche occupare singolarmente (cosa che avrei ça va sans dire ovviamente fatto ad occhi chiusi).

In sintesi, sembrerebbe che la Clan stia diventando uno strumento sempre più personale ad uso e beneficio politico di pochissimi e che consultare e riunire i suoi componenti in modo collegiale sia oramai diventata una prassi piuttosto inutile e sicuramente controproducente per gli interessi dei suoi vertici.

Cari saluti a tutti e buona Pasqua

Solen De Luca
Coordinatrice Commissione Lavoro non dipendente Associazione Stampa Romana
Rappresentante Lazio Commissione Lavoro Autonomo FNSI

solen.deluca@icloud.com
twitter @sbavaglio

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