Il procuratore Gratteri: “Perché i giornali hanno boicottato il blitz antimafia?”

Speciale per Senza Bavaglio
Francesca Canino
Cosenza, 4 gennaio 2020

“Un buco dal punto di vista giornalistico”. A parlare è Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro, che definisce così il silenzio dei più grandi quotidiani nazionali sulla maxi operazione del 19 dicembre scorso. Ma si è trattato davvero di un buco? Facciamo un passo indietro e analizziamo cosa è successo nei giorni precedenti e seguenti l’operazione Rinascita-Scott, nonostante la fuga di notizie che ha costretto il procuratore e i suoi uomini ad anticipare il blitz di 24 ore. Le cosche sapevano.

L’operazione che ha portato all’arresto di 334 persone e coinvolto 3000 uomini, ha stravolto il mondo politico e imprenditoriale della Calabria e disgregato tutte le organizzazioni di ‘ndrangheta del Vibonese facenti capo alla cosca Mancuso di Limbadi. In realtà, gli indagati accusati a vario titolo di reati che vanno dall’associazione di tipo mafioso all’omicidio, dall’estorsione all’usura, al riciclaggio, alla detenzione di armi e alla corruzione sono stati 416, di questi 334 sono stati sottoposti alla misura cautelare, 70 agli arresti domiciliari e 4 al divieto di dimora.

La più grande operazione dopo il maxi processo di Palermo, come è stata definita “Rinascita-Scott” da Gratteri, è scaturita da approfondite indagini durate anni e ha interessato le diverse regioni italiane dove la ‘ndrangheta vibonese si è infiltrata da tempo. Alcuni indagati sono stati arrestati in Germania, Svizzera e Bulgaria ed è stato notificato anche un provvedimento di sequestro dei beni per circa 15 milioni di euro.

Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro

Tra le persone raggiunte dall’ordinanza di custodia cautelare figurano ex parlamentari, ex consiglieri comunali, un cancelliere del Tribunale di Vibo, l’ex comandante del reparto operativo dei carabinieri di Catanzaro, il sindaco di Pizzo e presidente dell’Anci Calabria, i comandanti della Polizia municipale di Vibo e Pizzo, il segretario del Psi calabrese. È stato, inoltre, imposto il divieto di dimora in Calabria a Nicola Adamo, ex vice presidente della Regione Calabria, ex parlamentare ed ex assessore regionale del PD, coniuge della parlamentare PD Enza Bruno Bossio, attualmente in carica. Adamo è indagato indagato per traffico di influenze, poiché, secondo la procura di Catanzaro, in cambio di 50mila euro, avrebbe accettato di intercedere presso il Tar Calabria per aggiustare una causa in favore di un amico. Adamo, avrebbe, dunque, esercitato la sua influenza nei confronti di un giudice e della commissione tecnica che avrebbero dovuto decidere sulla causa.

Grande spazio è stato dato dai media locali alla complessa operazione, boicottata, invece, dalla stampa nazionale, come è stato rimarcato anche dal procuratore Gratteri. Meraviglia il silenzio dei giornali sul maxi biltz, che induce a riflettere sulle diverse percezioni del fenomeno mafioso in Italia e in Europa. Da “La Mafia non esiste” alla condanna dell’Italia per l’ergastolo ostativo da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo, si continua a manifestare indifferenza per la criminalità organizzata di stampo mafioso.

Ma se anche la maggior parte dei giornali nazionali non mostra attenzione verso l’ultima operazione del procuratore Gratteri, che ha disarticolato le organizzazioni di ‘ndrangheta della cosca Mancuso, allora le speranze di sconfiggere la piovra sono nulle. Resta da capire, tuttavia, i motivi del disinteresse verso il colpo inferto alla ‘ndrangheta nelle scorse settimane. Troppi i legami con il mondo politico-imprenditoriale-massonico? O forse i giornalisti erano distratti dalle imminenti festività natalizie?

Francesca Canino

Condividi questo articolo