Pubblicità nascosta e mascherata, l’Ordine lombardo all’attacco pronto a sanzionare

Speciale per Senza Bavaglio
Laura Marinaro
Milano, 19 dicembre 2019

La pubblicità deve essere ben distinta dalle notizie. Lo spiegava quel maestro di giornallismo che era Piero Ottone, dierettore del Corriere della Sera e tutti noi che facciamo questo mestiere lo abbiamo studiato e imparato. Ma quanti sono stati costretti a non eseguire questo ordine su richiesta di un direttore o un caporedattore che era stato “stimolato” dal settore pubblicità del giornale?

Negli ultimi tempi però i casi di pubblicità mascherata anche sui blasonati quotidiani si sono moltiplicati. E così dopo le numerose segnalazioni giunte all’Ordine è arrivato il richiamo dal Consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia: “In caso di violazioni palesi trasmetterà segnalazioni al Consiglio di disciplina territoriale per le valutazioni di sua competenza.

La puntualizzazione – spiega una nota dell’Ordine – si rende necessaria alla luce di recenti campagne pubblicitarie tracimate nelle pagine di economia delle principali testate, attraverso un suggestivo utilizzo delle immagini dei marchi narrati”. Monito prevedibile. Ma – come si dice – meglio dare una botta alla botte e una al cerchio: “Nulla ovviamente – aggiunge il Consiglio – impedisce di trattare argomenti di economia, di moda, di costume e di sport con riferimento ad aziende e prodotti, che sono evidentemente parte dell’informazione stessa, ma al giornalista è richiesta un’attenzione particolare per evitare di trasformare la notizia in una vetrina più o meno suggestiva (e subdola) per il prodotto”.

Il dovere di vigilare” è di “direttori, vicedirettori e caporedattori” ma “la stessa serietà – sottolinea il Consiglio – è richiesta al giornalista anche nell’utilizzo dei social network. Il divieto di pubblicità, diretta e/o occulta, vige pure negli aspetti della vita ‘virtuale’, tanto più se il messaggio coinvolge familiari e figli di minore età utilizzati come veri e propri testimonial”.

“Il Consiglio dell’Ordine della Lombardia – conclude la nota – si impegna a vigilare attentamente sul rispetto di questi principi che rappresentano il ‘patto di fiducia’ tra giornalisti e lettori tanto più necessario nell’epoca della liquefazione digitale dell’informazione, e in caso di violazioni palesi trasmetterà segnalazioni al Consiglio di disciplina territoriale per le valutazioni di sua competenza”. Sui social il capitolo è molto più spinoso. Pensiamo ai cosiddetti Youtuber e influencer che campano (anche meglio di tanti giornalisti) proprio grazie alla pubblicità! E quelli non hanno nemmeno la tessera dell’Ordine. Ma staremo a vedere che succede….

Laura Marinaro

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