Hearst, scure sui giornalisti: dopo la dislocazione in Svizzera esuberi a gogo

Senza Bavaglio
Milano, 9 maggio 2019

I giornalisti della casa editrice Hearst sono in agitazione. Dopo che, lo scorso 29 aprile, l’amministratore delegato Giacomo Moletto ha comunicato l’intenzione dell’azienda di chiedere lo stato di crisi e la riduzione del 30 per cento delle retribuzioni, nell’assemblea dell’8 maggio i colleghi si sono schierati compatti per mantenere una “linea dura”.

A fronte delle richieste dell’azienda, che sostiene di aver identificato 26 esuberi a Hearst Magazines Italia, che pubblica Elle, Elle Decor, Gente, Cosmopolitan, Esquire, e una decina a HMC Italia, che pubblica Marie Claire, Marie Claire Maison e i vari allegati, i giornalisti chiedono che a fare sacrifici siano anche i dirigenti e i manager, responsabili della situazione in cui versa l’azienda e che l’eventuale contratto di solidarietà difensiva venga esteso a tutti i dipendenti della casa editrice, stimati in circa 400 (i giornalisti sono solo 120).

Giacomo Moletto, amministratore delegato Hearst

Sostenere che su 86 giornalisti assunti in Hearst HMI 26 siano in esubero e che su 32 presenti in Hearst HMC ce ne siano in esubero dieci, suona estremamente punitivo nei confronti di redazioni che già in questi anni hanno pagato duramente il prezzo della crisi editoriale, con i licenziamenti di due colleghi e di un vicedirettore, i prepensionamenti e numerosi giornalisti mandati via con incentivi all’esodo. Senza contare la delocalizzazione in Svizzera dei siti web di Marie Claire, Elle, Esquire, Cosmopolitan e relativi allegati.

Il risultato è che alcune redazioni sono ormai letteralmente ridotte all’osso e i giornalisti costretti a fare salti mortali per rispettare i tempi di chiusura dei magazine e dei numerosi allegati. Il tutto mentre in altre redazioni, come quella del nuovo Elle settimanale, nato dalla fusione tra l’omonimo mensile e Gioia, in cui lavorano cinquantaquattro giornalisti, con ben due direttori e quattro vicedirettori, si continua a fare spazio a nuove figure: di qualche giorno fa la notizia dell’arrivo di una nuova superconsulente, la pensionata Piera Detassis, 66 anni, ex storico direttore di Ciak, chiamata a ricoprire il ruolo di Editor at large cinema ed entertainment.

Insomma, mentre da un lato ai giornalisti vengono imposti tagli e sacrifici giustificandoli con il calo della pubblicità, dall’altro si continua a stipendiare consulenti e manager che finora si sono dimostrati incapaci di fronteggiare le sfide che i nuovi modi di fare comunicazione richiedono e che alla crisi generale dell’editoria sanno rispondere soltanto con tagli e licenziamenti tra i giornalisti, che vanno a minare la qualità dei giornali e, di conseguenza, la loro già fragile sopravvivenza. Il tutto davanti un sindacato silente, che finora non si è dimostrato in grado di prendere iniziative forti e adatte a salvaguardare i posti di lavoro dei colleghi.

Senza Bavaglio

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