Debacle della FNSI: bocciato il contratto giornalistico nella Regione Lazio

di Senza Bavaglio
Roma, 26 gennaio 2019.

Non è stato certo un fulmine a ciel sereno. Infatti, i bookmaker de noantri davano per certa la bocciatura da parte della Corte costituzionale della norma della Regione Lazio che prevede l’applicazione del contratto giornalistico negli uffici stampa dell’ente. E così è stato. La sentenza apparsa sul sito della Consulta (si parla del cnlg dopo i cani da caccia) non lascia spazio a dubbi: la legge impugnata dal governo Gentiloni “vìola la sfera di competenza statale, che riserva alla contrattazione collettiva la disciplina del pubblico impiego”.

Il giudice costituzionale, prof. Giulio Prosperetti

Neppure la Regione s’era presa la briga di difendere in giudizio la propria norma impugnata dal governo guidato dal compagno di partito del governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. La leggina era stata faticosamente approvata dal Consiglio Regionale, dopo un lungo lavoro di sensibilizzazione da parte dell’Associazione Stampa Romana guidata dal segretario Lazzaro Pappagallo, soprattutto tramite il  proprio delegato in Consiglio regionale Ugo Degl’Innocenti, uno dei fondatori di Senza Bavaglio.

Era stata approvata nell’agosto del 2017, grazie a uno schieramento bipartisan che andava dalla consigliera regionale Marta Bonafoni all’allora leader della Destra Francesco Storace, passando per i consiglieri del Gruppo 5 stelle. Ma poi, una volta impugnata dal governo, era rimasta orfana agli occhi del giudice costituzionale Giulio Prosperetti, redattore della sentenza.

Al di là degli esiti, considerati prevedibili dai molti menagrami che affollano la nostra categoria, la bocciatura della leggina della Regione Lazio è solo un tassello della sconfitta sul fronte degli uffici stampa pubblici dell’attuale dirigenza della Federazione Nazionale della Stampa, guidata dal segretario Raffaele Lorusso coadiuvato dalla vicesegretaria con delega agli uffici stampa, Alessandra Costante.

Ugo Degl’Innocenti durante un’assemblea di Informazione@futuro. Al tavolo della presidenza: il segretario uscente di Stampa romana, Lazzaro Pappagallo.

Vero è che non essendosi costituita in giudizio la Regione, la FNSI non ha potuto coadiuvare l’Avvocatura regionale con i propri legali. Neppure tecnicamente era possibile per la FNSI  costituirsi autonomamente in giudizio. Ma altrettanto vero è che non c’è stata da parte del sindacato presieduto dall’ex parlamentare del Pd Giuseppe Giulietti una presa di posizione forte e chiara a favore dell’applicazione del contratto giornalistico negli uffici stampa della pubblica amministrazione e in difesa della norma della Regione Lazio impugnata dal governo.

Una seduta della Corte costituzionale

Al contrario, la coppia Lorusso/Costante ha accompagnato con plausi imbarazzanti all’indirizzo delle ministre del governo Gentiloni, Madia in testa, la stipula – tra i sindacati confederali e compagnia bella meno la FNSI e l’ARAN – dei contratti della pubblica amministrazione. Salvo poi impugnare innanzi al giudice del lavoro il contratto delle funzioni locali, perché la FNSI non era stata chiamata, come prevede la legge, quando si era discusso di figure giornalistiche.

Invero, la FNSI ha poi impugnato il contratto delle funzioni locali, perché sollecitata con veemenza dal coordinamento dei CdR delle Regioni, visto che, in più della metà dei casi, è prevista l’applicazione del contratto giornalistico negli uffici stampa. Con il nuovo contratto delle funzioni locali, sottoscritto nella scorsa primavera, in diverse regioni, a cominciare dalla Lombardia, si stanno vedendo mettere in discussione l’applicazione del contratto giornalistico finora applicato.

L’ex presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.

Difficile dire quanto il nuovo contratto delle funzioni locali, che introduce la nuova figura del “giornalista pubblico”, abbia influito sulla bocciatura della leggina del Lazio. Si legge nella sentenza che “la previsione, da parte della legge regionale impugnata, di applicazione ai giornalisti inquadrati, a seguito di concorso pubblico, nel personale di ruolo della Regione di un contratto collettivo non negoziato dall’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN), ma dalle organizzazioni datoriali degli editori e dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, vìola l’art. 117, secondo comma, lettera l), Cost.” e che “il contratto collettivo relativo al personale del Comparto funzioni locali ha disciplinato la posizione dei giornalisti addetti agli uffici stampa in questione”.

Insomma, se fino al nuovo contratto delle funzioni locali poteva esserci un margine d’equivoco, adesso la Consulta non ha dubbi: nella pubblica amministrazione si applica il contratto delle funzioni locali e non quello dei giornalisti.

Forse le cose potevano andare diversamente, ma l’attuale dirigenza della FNSI ha abdicato, rinunciando a chiedere nella pubblica amministrazione l’applicazione del contratto di lavoro giornalistico.

E adesso? L’unica strada percorribile, sollecitata con forza anche dalla segreteria uscente dell’Associazione Stampa Romana, è la ripresa delle trattative con l’ARAN per creare un contratto di categoria ad hoc, per i giornalisti della pubblica amministrazione, che ricalchi gli istituti normativi ed economici del cnlg FIEG-FNSI.

Naturalmente, in vista dell’imminente congresso della FNSI, nel quale è bene che rientri come piattaforma congressuale il contratto di categoria per gli uffici stampa pubblici, Senza Bavaglio auspica che alla guida del sindacato dei giornalisti non tornino coloro che hanno portato la FNSI ad assecondare di fatto i desiderata del governo Gentiloni, dell’Aran, dei sindacati confederali e del Pd.

Insomma, di tutti, meno che dei giornalisti.

Senza Bavaglio
twitter @sbavaglio

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