Dove vanno a finire i nostri soldi? Fermiamo l’Ordine Nazionale spendaccione

Alessandra Fava
Tamara Ferrari

Speciale per Senza Bavaglio
Alessandra Fava e Tamara Ferrari
Milano, 30 Dicembre 2018

Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti da poco più di un anno ha quasi 100 Consiglieri in meno. I costi di gestione dell’apparato, quindi, per il primo anno del nuovo corso si sarebbero dovuti perlomeno dimezzare. E invece no, anzi, lievitano. A occhio, tra riunioni di Consiglio e Commissioni in meno e Gruppi di lavoro decurtati rispetto al passato, dovrebbero esserci in cassa almeno 200 mila euro in più e invece i “guadagni” svaniscono nel nulla.

L’Esecutivo e il suo tesoriere, Nicola Marini, adducono a motivazione della mancata riduzione delle spese, per essere sintetici, il fatto che già nel 2017 le uscite fossero rimaste quasi invariate, nonostante la diminuzione già avvenuta dei consiglieri nazionali. Un falso storico poiché la prima riunione del Consiglio Nazionale, ridotto a 60 consiglieri dalla legge, è stata a fine ottobre 2017, quindi il bilancio 2017 portava per la maggior parte proprio i costi delle numerosissime riunioni della gestione passata: Consigli, Commissioni e Gruppi di lavoro che si sono tenuti fino a settembre 2017, e solamente i costi di due sedute per il nuovo Consiglio ridotto a 60 consiglieri.

Secondo Marini, ci sarebbe anche la questione annosa delle mancate entrate per quote non pagate o pagate in ritardo, soprattutto dagli Ordini della Lombardia e Lazio. “Perdite” che ammontano a circa 500 mila euro. Infine, negli ultimi anni, ci sarebbe stato un aumento delle spese per i corsi di formazione e per i corsi online.

Nicola Marini

Anche qui però i conti non tornano. Per quanto riguarda la Lombardia, infatti, il debito è stato sanato con un accordo e la sua situazione, fin dall’inizio della nuova legislatura del Consiglio Nazionale, si è quindi normalizzata. E’ matematicamente impossibile, dunque, che la perdita per i mancati incassi delle quote sia uguale a quella del 2017.

Tutto ciò è piuttosto inquietante. Insomma, registriamo trasparenza ZERO da parte della gestione del presidente Carlo Verna.

L’ultimo Consiglio Nazionale si è riunito a Roma il 18 e 19 dicembre scorsi. La prima giornata è stata dedicata alle variazioni al bilancio preventivo 2018 e al bilancio preventivo 2019. Nella variazione di bilancio apprendiamo che se tra risparmi e maggiori entrate ci sarebbero 248.023,64 euro in più, la stessa cifra sparisce per un aumento di altre voci di costo. Il Consiglio Nazionale costa 85 mila euro circa in meno dei 500 mila previsti, ma l’esecutivo costa 50 mila in più quindi, in totale, per le riunioni dell’esecutivo si spenderanno 250 mila euro. Altre spese sono lievitate del 50 per cento come l’autovettura (da 4 mila e 6 mila); le spese legali da 90 mila a 120 mila, i corsi online e i relatori costano 50 mila euro in più arrivando a 150 mila euro complessivi.

Durante un Consiglio per niente lineare e trasparente – durante il quale venivano sottoposte questioni che i Consiglieri erano chiamati a votare ed altre di cui dovevano solo essere informati con una congerie di argomenti arruffati a casaccio – noi di Senza Bavaglio abbiamo votato sì per le variazioni di bilancio preventivo 2018, fidandoci delle spiegazioni fornite (aumento costi corsi e formazione e mancati incassi quote).

Il bello, si far per dire, è arrivato col bilancio preventivo 2019, che sostanzialmente prevede un aumento di spesa di 80 mila euro per competenza, preventivando un totale di 7.283.000 circa, inclusi quindi 650 mila euro di formazione per competenza, cioè la stessa cifra prevista come uscita di cassa.

Per il Comitato esecutivo vengono stanziati 250 mila euro confermando la spesa di quest’anno e si legge nella relazione che la cifra “viene incrementata anche in considerazione del maggior numero di riunioni previste”. Il Consiglio Nazionale costerà 450 mila euro, quindi più di quest’anno. Tra le curiosità ci sono 10 mila euro per spese postali che corrisponderebbe al costo della posta certificata dei consiglieri; 23 mila euro “per concorsi per l’assunzione di personale da inserire nell’organico”; per seminari, corsi online e convegni la previsione è di 170 mila euro e il Comitato tecnico scientifico costerà 100 mila euro; 850 mila di rimborsi spese agli ordini regionali per l’esazione delle quote. Cifre che francamente non si spiegano tanto facilmente.

Anche perchè, a sorpresa, saltano fuori 170 mila euro per “tessera albo”. Alla richiesta di spiegazioni, il tesoriere Marini ha affermato che serviranno per uno studio di fattibilità di nuove tessere giornalistiche digitali, tipo bancomat, che serviranno per accedere alla piattaforma Sigef e sulle quali, a pagamento dei singoli giornalisti, si potranno aggiungere altri dati personali come l’impronta digitale. Dichiarazione, per altro, riportata nella relazione finale.

Franco Abruzzo ha fatto una domanda apparentemente banale: come si fa a confermare il pagamento della quota e che cosa succede dei vecchi bollini. Senza ottenere di fatto risposta.

Come Consiglieri Nazionali di Senza Bavaglio, abbiamo preferito astenerci sul bilancio preventivo e siamo state le uniche (con l’astensione infatti vengono scritti i nomi degli astenuti mentre se si vota contro solo il numero di chi vota contro). Ora aspettiamo marzo quando avremo il bilancio consuntivo 2018 per vedere come sono state giustificate alcune spese.

Infatti, mentre l’esecutivo ha redatto una relazione scritta del bilancio preventivo 2019, nessuno ha voluto spiegare per scritto le variazioni di bilancio 2018.

Nel corso della riunione del 19 dicembre abbiamo anche chiesto di avere la registrazione completa della giornata di consiglio del 18 e ci è stata negata “per regolamento”. Sempre “per regolamento” avremo diritto a leggere la copia scritta della trascrizione della seduta che sarà a disposizione dal giorno prima del prossimo consiglio a fine gennaio, ma solo negli uffici. L’ultima volta che lo abbiamo chiesto abbiamo potuto rileggere due righe di una sola pagina sotto gli occhi accigliati di una persona della segreteria generale che nel giro di un minuto ha chiuso il fascicolo.

Il 19 abbiamo chiesto che la trascrizione completa della seduta del Consiglio sia messa sempre a disposizione dei consiglieri sulla sezione personale. Per ora ci hanno risposto appellandosi al regolamento.

Alessandra Fava
Tamara Ferrari
Consigliere dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti
Senza Bavaglio
twitter@sbavaglio

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