Speciale per Senza Bavaglio
Massimo A. Alberizzi
Milano, 7 agosto 2018

Finalmente la FNSI se n’è accorta! I co.co.co. – e i precari in genere – nuocciono all’informazione che si deve reggere su contratti precisi e inderogabili, necessari a garantire la dignità dei giornalisti e del giornalismo. L’indipendenza di chi partecipa alla fattura degli organi di informazione è assicurata solo se il lavoro non è soggetto a ricatti. Cosa fa un precario davanti all’ordine perentorio del suo direttore, “O scrivi quello che ti dico io, oppure ti licenzio”? Facile immaginarlo.

Sono almeno un paio di decenni che Senza Bavaglio tenta in tutte le sedi di bloccare l’utilizzo dei precari nel giornalismo e lotta perché chi non ha un lavoro certo venga stabilizzato. Il sindacato dei giornalisti non ha mai accettato questa linea.

Celebre lo scontro verbale tra Marina Cosi, storica dirigente della FNSI, e Simona Fossati, una delle fondatrici di Senza Bavaglio, gruppo nato il 29 settembre del 2000. Marina Cosi sosteneva che l’introduzione del co.co.co. avrebbe fatto emergere il lavoro nero. Simona Fossati, al contrario, faceva notare che il lavoro nero si doveva combattere con altri mezzi e permettere i co.co.co. avrebbe semplicemente legalizzato il precariato, con enormi vantaggi per gli editori e sofferenze per i giornalisti e per il prodotto del loro lavoro. Semplice miopia sindacale oppure cronica incapacità di comprendere le dinamiche dell’informazione?

I fantasmi dell’informazione “inventati” dalla cofondatrice di Senza Bavaglio, la compianta Marilisa Verti, e messi in scena dai colleghi di Senza Bavaglio in molte manifestazioni contro il contratto

Un comunicato della FNSI (http://www.fnsi.it/dl-dignita-bocciato-emendamento-contro-il-precariato-nel-giornalismo-fnsi-da-lega-e-m5s-solo-propaganda) dal titolo “Dl dignità, bocciato emendamento contro il precariato nel giornalismo. Fnsi: ‘Da Lega e M5S solo propaganda’ ”, diffuso il 31 luglio, sulla mancata introduzione nel decreto dignità dell’emendamento che avrebbe dovuto eliminare l’utilizzo dei co.co.co. anche per la categoria dei giornalisti, lascia perplessi.

Scrive la nostra organizzazione sindacale, criticando i pentastellati: “Nessuna discontinuità. Altro che governo del cambiamento. Alla prima e unica occasione di dare un segnale sul contrasto al lavoro giornalistico precario, la maggioranza parlamentare Movimento 5Stelle-Lega vota in Aula compatta contro un emendamento presentato dal gruppo di Liberi e Uguali, sul quale anche gli altri partiti di opposizione hanno fatto convergere i loro voti”.

In periodo di fake news, notizie forvianti, poco precise o addirittura raffazzonate è bene essere chiari, esatti e puntuali: non è andata così. Quell’emendamento non è mai andato in aula semplicemente perché il comitato di presidenza della Camera l’ha giudicato inammissibile per mancanza di copertura finanziaria. Quindi nessuno l’ha mai votato e, ovviamente, nessuno l’ha mai bocciato.

Senza Bavaglio è stato sempre impegnato sui problemi dei freelance e dei precari, anche stavolta ha seguito attentamente questa vicenda. Abbiamo così scoperto che l’emendamento cancellato dalla presidenza della Camera è stato presentato al Senato come ordine del giorno con la firma, oltre che dei parlamentari propositori di LEU, del senatore del Movimento 5 Stelle, Alberto Airola, e ha avuto parere positivo, guarda un po’, dallo stesso sottosegretario con delega all’editoria Vito Crimi e dal governo. E quindi, come prevede il regolamento in questi casi, accolto senza alcuna votazione. Notare che in calce mancano le firme del Partito Democratico, che ha perso un’altra occasione per schierarsi a fianco dei lavoratori.

Il senatore del M5S Alberto Airola

Crimi invece ha garantito – durante una telefonata con Senza Bavaglio – che la regola che esclude i co.co.co. dal lavoro giornalistico sarà introdotta nella Legge di Stabilità (quella che una volta si chiamava Legge finanziaria). La polemica della FNSI verso Crimi, contenuta nel comunicato citato qui sopra, appare quindi del tutto strumentale. Senza Bavaglio invece continuerà a vigilare ed esercitare tutta la pressione possibile perché il sottosegretario Vito Crimi mantenga la sua promessa.

Anche gli editori insisteranno per convincere il Parlamento a mantenere i co.co.co. nei media. Già vogliono inserire nel contratto nuove figure, con il risultato di svilire ancora di più la nostra professione. Occorre dire di no. Sono sufficienti quelle che ci sono ora. Non si può – come accade adesso – fare i precari a vita.

Massimo A. Alberizzi
Consigliere Nazionale FNSI
Senza Bavaglio
massimo.alberizzi@gmail.com
@malberizzi

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