Sabina Mantovani
Milano, 25 novembre 2017

Il Fondo della “EXFISSA”. Seconda parte: La difesa dell’Inpgi: non ho i soldi quindi non pago e in ogni caso: non vedo, non sento e non parlo!

L’Inpgi “Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani”, chiamato in giudizio dal pensionato, come si difende? Come le “tre scimmie sagge” giapponesi: non vedo, non sento, non parlo, insomma non c’entro. Dichiara di non essere debitore di alcunché: il Fondo EXFISSA è dotato di autonomia propria. Vive di vita propria, anche se non ha una soggettività propria. La Convenzione FNSI/FIEG si limita a dire che il Fondo è gestito dall’Inpgi, non dotandolo nemmeno di propri organi. In un solo caso, a Roma, un Giudice (sentenza n. 5978/2015 ) ha avuto il coraggio di scrivere “Appare pertanto evidente che il debitore è, e non può essere che l’Inpgi… Affermare che l’Inpgi sia un mero gestore di servizi di cassa, appare priva di fondamento”. Ma l’Inpgi, a ben guardare, avrebbe avuto ben altre prerogative. Sempre la Convenzione Fnsi/Fieg  è chiara nell’affermare che l’Inpgi avrebbe dovuto esercitare  a mente dell’art. 6 della Convenzione “doveri di vigilanza da esercitare in via continuativa sulla capacità del Fondo di soddisfare le ragioni dei propri iscritti;  doveri di segnalazione agli Enti stipulanti la Convenzione, precisando sulla base di idonea documentazione la somma necessaria e l’Ente o gli Enti tenuti al reintegro; nonché il potere di determinare un adeguamento verso l’alto della misura dei contributi dovuti”. Altro che non vedo, non sento e non parlo.

 

Cosa ha fatto l’Inpgi invece? Niente, assolutamente niente! Ha permesso che si arrivasse a questa situazione, e in giudizio l’unica cosa che ha saputo esprimere è stato: non ho i soldi quindi non pago e in ogni caso: non vedo, non sento e non parlo!

Avv. Sabina Mantovani

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