Ex fissa: secondo i giudici non hai il diritto perché il debitore non ha i soldi

Di Sabina Mantovani
Milano, 23 novembre 2017

Giornalisti, diritti, FNSI, INPGI e FIEG. Ex fissa: una vicenda che fa comodo non capire e che riguarda tutti noi. Questa vicenda è emblematica di una società che ha deciso, avallata anche nelle sedi dei Tribunali, di rompere il patto sociale che impone dai tempi dei latini “pacta sunt servanda”. Un conto è dire che non hai il diritto perché io non ho i soldi, un conto è dire hai il diritto ma il tuo debitore non ha i soldi. Invece i nostri Giudici hanno quasi all’unanimità deciso che non hai il diritto perché il debitore non ha i soldi… mai visto prima! Non ha i soldi quindi perché accanirsi … ogni diritto di credito viene meno…..

La fissa è, (o meglio era), una prestazione previdenziale integrativa a cui avevano diritto i giornalisti a mente del contratto collettivo. In sostanza, una specie di TFR aggiuntivo che andava a premiare la fedeltà del giornalista ad una testata. Non voglio annoiare nessuno, nel dilungarmi a spiegare le fonti istitutive, i meccanismi di calcolo, la regolamentazione…No, questo lo faccio spesso nelle aule di Tribunale. In questa sede voglio semplicemente e banalmente far capire come questa vicenda sia emblematica di una società che ha deciso, avallata anche nelle sedi dei Tribunali, di rompere il patto sociale che impone dai tempi dei latini “pacta sunt servanda”.L’affidamento sulle regole e sui diritti. Nel nostro caso si parla di pensionati che, notoriamente, non contano nulla.

Il nostro pensionato da Accordo, Contratto, Regolamento e Convenzione siglate pomposamente dagli editori, dall’Inpgi, dal Sindacato stesso dei Giornalisti, era sicuro che andando in pensione avesse diritto ad ottenere il pagamento dell’emolumento. E su questa somma, non irrisoria perché commisurata agli anni di fedeltà ad un editore e ad uno stipendio che,  almeno per le generazioni passate era dignitoso, il nostro pensionato ha fatto affidamento. Ha fatto affidamento per sé, per i propri figli, su di una somma certa su cui tutti avevano messo il sigillo della debenza. E invece no.


Si sa, l’ente previdenziale, gli editori, il sindacato hanno ben altro a cui pensare che al nostro piccolo pensionato. In fondo ha già goduto degli anni delle “vacche grasse” si accontenti, non faccia l’ingordo, insomma cosa vuoi che cambi per lui se di questa somma gliene diamo una parte, con le modalità che più riteniamo giuste ?  Allora, dapprima le teste pensanti,  il vertice dell’Inpgi e del Sindacato decidono di pagare il nostro pensionato anche dopo tre o quattro anni, sulla base di una graduatoria interna, stilata da chi e con quali criteri non è dato sapere. Ma tanto il nostro pensionato non sarà così tignoso da volerlo capire magari qualcuno poi passa a miglior vita (cit. Michele Serra “Fai un favore allo Stato, uccidi un pensionato”).


Poi, con un colpo di mano, di cui anche il Sindacato si macchia (chissà come mai c’è tanta disaffezione nei confronti dei sindacati: forse che abbiano perso la loro originaria funzione di tutela dei più deboli?), viene deciso unilateralmente che la somma verrà erogata si, ma spalmata in comode rate per più di un decennio. Non bisogna essere laureati alla Bocconi per capire che la rateizzazione del pagamento di una somma in più di dieci anni perde il suo potere di acquisto.


Solo a quel punto, il nostro pensionato decide di fare causa. Mal gliene incolse…sei egoista, avido …e per questo ti condanniamo a perderla. La perde non tanto perché non gli sia dovuta quella cifra, non tanto perché non gli sia dovuta adesso, la perde perché l’Inpgi non ha i soldi per pagare. Con buona pace della distinzione che esiste tra il processo di cognizione ed il processo di esecuzione.


Non voglio essere noiosa, per cui ricorrerò ad  un esempio. Un conto  è dire che non hai il diritto perché io non ho i soldi, un conto è dire hai il diritto ma il tuo debitore non ha i soldi. Invece i nostri Giudici, hanno quasi all’unanimità deciso che non hai il diritto perché il debitore non ha i soldi… mai visto prima! Perché non applichiamo questo principio alla Grecia? Non ha i soldi quindi perché accanirsi … ogni diritto di credito viene meno.


Certo è facile prendersela con i pensionati, è facile mascherare un’ingiustizia grande come una casa sotto le raffinate spoglie del  principio giuridico, peraltro mal interpretato, dell’esigibilità. La verità è che potrebbe capitare a tutti…il vostro TFR …peccato l’azienda se l’è speso… tu non hai più nessun diritto.  L’assicurazione sanitaria….hai speso i soldi pensando che ti verranno rimborsati? …incauto… l’assicurazione non ha i soldi, tu non hai più il diritto al rimborso. E poi ci chiediamo perché gli italiani tengono i soldi sotto il materasso…forse è l’unico a cui affidare i risparmi con una probabilità quasi certa che te li ridia….

Avv. Sabina Mantovani

 

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