La nuova dirigenza dell’Istituto nasce con un peccato originale

INPGI
Stavamo meglio
quando stavamo peggio
(ovvero al peggio non c’è limite)

di Senza Bavaglio

E alla fine ecco formata la nuova dirigenza dell’INPGI. Quella che avrà l’arduo compito di salvare l’Istituto. Resta da compiere l’ultimo atto: l’elezione di presidente e vicepresidente da parte del Consiglio di Amministrazione che si riunirà il 7 aprile.

Prima delle elezioni del CdA, Fabio Morabito – Consigliere Generale eletto in Lazio, ex membro della Giunta FNSI – ha fatto un ottimo intervento, di sicuro condivisibile da tutta la categoria, ma perlopiù inascoltato dai Consiglieri Generali eletti.

“C’è bisogno di un Cda che sia indipendente dalle scelte del passato. Che non abbia cambiali di riconoscenza, che non sia condizionato neppure da un sentimento nobile come l’amicizia. C’è necessità di dirigenti che non abbiano conflitti d’interessi, fossero solo sotto forma di rapporti personali. Non capirlo ora condizionerà la credibilità dell’istituto e del sindacato.”

Perfetto. Peccato, però, che nessuno l’ha capito, visto i nomi di chi subito dopo l’intervento di Morabito è stato eletto in Consiglio di Amministrazione. Anzi a sommo spregio della democrazia (pratica frequente nella cosiddetta maggioranza) la lista di “INPGI siamo noi” ha raccolto ben 28 firme di presentazione (ne bastano 7 per presentare una lista), tanto per evitare che qualcuno aiutasse altri consiglieri a presentare la propria lista. Hanno persino promesso posti (poi mai dati) a quel paio di consiglieri che magari avrebbero potuto dare il voto alla minoranza e con un solo voto avrebbero potuto cambiare la composizione del CdA.

Vecchi o nuovi che siano gli amministratori, quello che preoccupa è che di sicuro nessuno di loro ha lo spessore, la professionalità, l’onestà intellettuale e le capacità di gestione che deve avere, oggi più che mai, il Presidente dell’INPGI.

Il meno peggio dei pseudo aspiranti alla poltrona più importante delle nostre istituzioni: Daniele Cerrato, (attuale presidente Casagit) ha sbagliato tutto e si è sfilato all’ultimo per evitare di essere segato proprio da coloro che lo avevano spinto a candidarsi prospettandogli la carica più alta.

La colpa resta comunque soprattutto di quel 73 per cento di giornalisti che non ha votato. Se ci si astiene dal voto non ci si può poi lamentare del risultato, e questo vale sempre. C’è poi l’affaire brogli e imbrogli che coinvolge parecchie regioni. A questo punto sono in molti a credere che, nel bene e nel male, la categoria ha solo quello che si merita.

Una settimana fa anche i 5 neoeletti nel Comitato Amministratore INPGI 2, hanno scelto (all’unanimità) i due rappresentanti in Consiglio Generale: Ezio Ercole, pubblicista signore delle tessere, e il pensionato siciliano Orazio Raffa. Mentre in Consiglio di Amministrazione è entrato Ercole.

Freelance e precari saranno così governati da due persone mai viste in prima linea a difendere i diritti di chi lavora fuori dalle redazioni. Raffa, sicuramente collega di tutto rispetto, nessuno nel mondo degli iscritti alla Gestione Separata lo aveva mai nemmeno sentito nominare. Ma la raccolta di password e l’ordine di scuderia sono stati efficaci e hanno dato alla triade sponsorizzata dai leader dei pubblicisti, più conosciuti come signori delle tessere, tanti voti da portarli al successo.

Fabio Morabito
Fabio Morabito
Se nulla sarà fatto per migliorare le condizioni della professione autonoma, se continuerà lo stillicidio di denaro senza nulla offrire in cambio. Se non ci saranno ammortizzatori sociali, se la pensione sarà da fame, cari freelance e precari non spargete lacrime di coccodrillo. La responsabilità è solo vostra, o meglio, di quel 83,41 per cento degli iscritti all’Inpgi 2 che non ha votato. Perché non sapeva o non gliene fregava nulla. Peggio per loro e, purtroppo, peggio per tutti noi.

Comunque la palma della vittoria va senza dubbio a una regione: la Sicilia. L’abile regia di Attilio Raimondi, storico sindaco INPGI 2 non più candidato, e Carlo Parisi, signore della Calabria, vicesegretario aggiunto della FNSI, da poco passato alla maggioranza, ha ottenuto due Consiglieri di Amministrazione (Maria Pia Farinella e il vicepresidente in pectore, Giuseppe Gulletta) e (per la prima volta nella storia dell’INPGI 2) un siciliano Orazio Raffa anche nel Comitato Amministratore.

A breve i giornalisti tutti sapranno se almeno qualcuno ha ascoltato un altro interessante spunto dell’intervento di Fabio Morabito.

“Bisogna rimboccarsi le maniche, valorizzare le capacità in campo, saper prendere decisioni prima di tutto su sé stessi. Per questo, con altri colleghi, insisto sulla necessità che siano ridimensionati i compensi dell’Inpgi in modo drastico, a cominciare dall’appannaggio del presidente e dei componenti del Consiglio d’amministrazione. È il modo più efficace di comunicare ai colleghi che si tratta di un impegno da assolvere con spirito di servizio, non di una fonte di reddito.”

I colleghi che stanno perdendo il posto di lavoro, che non l’hanno nemmeno mai avuto, che grazie al sindacato hanno visto ridurre drasticamente i propri già magri compensi, aspettano con ansia che le laute e ingiustificate retribuzioni dei dirigenti INPGI vengano ridotte molto più che drasticamente, a partire dall’abnorme e vergognoso stipendio del presidente.

Ricordiamo a tutti gli interessati che gli incarichi elettivi nelle nostre istituzioni devono essere un impegno al servizio dei colleghi e non un lavoro retribuito alle spalle e con i soldi dei giornalisti. Nessuno ha ordinato con una pistola alla tempia di farsi eleggere all’INPGI. Un gettone di presenza è più che sufficiente, per tutti.

Senza Bavaglio
www.senzabavaglio.info

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