Avvertenza: I personaggi e i fatti riportati nelle pagine del “Diario di Piero” sono immaginari ma autentica è la realtà che li produce.
Milano, 30 marzo – Gli editori della Milano (un tempo da bere) continuano a farla da padrona. Ogni scusa è buona per non
regolarizzare i giornalisti. Il mio amico Mario Collina, per esempio, pur essendo un ottimo cronista di nera, negli ultimi quindici anni ha fatto l’impossibile per ottenere uno straccio di contratto.
Quando non era iscritto all’Ordine dei Giornalisti e cercava un contratto gli editori inquadravano soltanto pubblicisti. Diventato pubblicista loro assumevano soltanto professionisti. Ottenuto il praticantato e superato l’esame di Stato gli editori cercavano professionisti con la laurea.
Mario allora ha compiuto l’ennesimo sacrificio e in tempi record ha conseguito una laurea in legge con il massimo dei voti. Anche questa volta non è andata nel verso giusto. Adesso gli editori non vogliono più giornalisti in redazione ma quasi esclusivamente giovani e rampanti stagisti con tanta voglia di imparare senza compenso. La loro regola d’oro è “poca spesa, molta resa”.
La vicenda di Mario per certi aspetti mi ricorda “Pietre”, una canzone del 1967 di un certo Antoine, che adeguatamente adattata al mondo del giornalismo diventa:
“Tu sei un abusivo e ti tirano le pietre.
Diventi pubblicista e ti tirano le pietre.
Qualunque cosa fai, in qualunque redazione vai,
sempre pietre in faccia prenderai
e un contratto giornalistico non avrai mai.
Tu sei professionista e ti tirano le pietre.
Non sei raccomandato e ti tirano le pietre.
Agli editori non c’è mai qualcosa che gli va
e pietre prenderai senza pietà!
Tu sei diplomato e ti tirano le pietre.
Tu sei laureato e ti tirano le pietre.
E il giorno che vorrai difenderti vedrai
che tante pietre in faccia prenderai!
Sarà così
finché vivrai
Sarà così
e sempre sfruttato sarai”.
È tutto per oggi
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