Da collaboratore a professionale e infine a candidato

Avvertenza: I personaggi e i fatti riportati nelle pagine del “Diario di Piero” sono immaginari ma autentica è la realtà che li produce.

Milano, 1° marzo – Il mio amico Giancarlo Scampoli mi ha raccontato con quale sistema è riuscito a ottenere dal sindacato dei giornalisti il passaggio dall’elenco dei “collaboratori” a quello dei “professionali”. Non è stata un’impresa facile. Ha dovuto attendere circa un anno e rivolgersi a un sindacalista.

La documentazione presentata era completa e corretta. Periodicamente telefonava agli uffici competenti per conoscere l’iter della pratica ma puntualmente gli veniva richiesto di controllare o ripresentare qualche documento. Gli impiegati sono stati sempre gentili ma qualcosa rallentava inspiegabilmente il passaggio.

Giancarlo ha così deciso di rivolgersi a un consigliere del sindacato, Totuccio Micciché, per verificare lo stato della pratica e soprattutto l’esistenza di qualche problema. Come sapeva la documentazione presentata era perfetta da ogni punto di vista, il sindacalista è intervenuto e in un battibaleno è stato effettuato il passaggio dai giornalisti “collaboratori” ai giornalisti “professionali”.

La situazione è sembrata un po’ strana: per quale ragione fino a quel momento la pratica di Giancarlo era rimasta in qualche cassetto, magari insieme alle domande di altri colleghi? Il passaggio è sembrato frutto di una gentile concessione del sindacalista Micciché, anziché di una normale procedura.

Dopo qualche tempo Giancarlo ha ricevuto una telefonata da Micciché che lo avvisava di una riunione urgente in vista delle elezioni del sindacato. Ha così scoperto che, senza alcuna autorizzazione, era stato inserito nella lista dei candidati di una lista per le elezioni sindacali. Micciché gli ha sbloccato la pratica e poi ha preteso in cambio la candidatura.

Giancarlo ha chiesto di essere eliminato dalla lista ma inutilmente. Il sindacalista gli rispondeva, anche con toni minacciosi, che aveva un debito da saldare. Alla fine soltanto con la lettera di un avvocato è riuscito a farsi togliere dalla lista, in cui era stato inserito a sua insaputa. Ha anche deciso di non iscriversi più al sindacato.

È tutto per oggi

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