Senza Bavaglio
Milano/Roma, 28 marzo 2003
Per una quindicina di giorni, all’interno del gruppo di Quarto Potere, abbiamo sviluppato un profondo e serio dibattito. Le posizioni sono state varie e articolate.
Nei fatti la newsgroup resterà quello che è sempre stata: un forum di discussione e dibattito al qualepossono partecipare tutti.
Certo, siamo sindacalmente orientati. Non ci è piaciuto l’ultimo contratto, né come il sindacato tratta i freelance.Non ci è piaciuta la riforma delle pensioni, non ci piace la vessatrice gestione dell’INPGI 2, non ci piacciono icontratti di serie B come l’Aeranti- Corallo. Ma, soprattutto, non ci piacciono i metodi usati da questa dirigenza che governa la FNSI, l’Ordine, l’INPGI, la Casagit e il Fondo complementare con presunzione e arroganza.
Abbiamo deciso di continuare una lotta per la sensibilizzazione della categoria, per rinnovare le istituzioni gestite spesso dai “signori delle tessere” che con il giornalismo hanno poco a che fare. Quelli che, talvolta, specie nelle regioni minori, mirano solo a conservare il posto che occupano. E che considerano il loro interesse assolutamente prioritario rispetto a quello dei colleghi. La perdita di credibilità della categoria passa anche dalla gestione dei nostri enti. Una gestione che noi consideriamo dilettantesca e pressappochista.
E allora ci siamo detti: ci vuole qualcosa in più, ci vuole un movimento che non tema i cambiamenti, che abbia il coraggio di affrontare questioni spinose, scomode e, spesso, poco paganti sul tavolo di gioco.
Rimaniamo ancora convinti che il vero giornalista, e in particolare chi occupa le cariche istituzionali, debba essere senza alcun tipo di bavaglio. Siamo convinti che,
anche per riportare il nostro mestiere a quell’idea che ce lo ha fatto abbracciare, tanti o pochi anni fa, dobbiamo ricominciare a ragionare sui fatti e non sulle ideologie, andare alla fonte delle notizie e non proseguire a colpi di veline o di lanci di agenzia. Senza bavaglio, appunto.
I giornalisti italiani hanno bisogno di più democrazia al loro interno. Noi diciamo basta agli schieramenti, guardiamo ai contenuti.
Il nostro obiettivo è cercare di capire e di interpretare le esigenze di tutti i giornalisti: da quelli che stanno nei grandi giornali a quelli che lavorano nei piccoli, da chi è nelle grandi reti televisive o nelle radio e televisioni locali, ai freelance. Ci batteremo per i contrattualizzati e per i freelance, le due facce della medaglia che devono ricongiungersi per poter avere più forza.
Per sottolineare i nostri intenti, liberi da preconcetti, abbiamo deciso di cambiare nome, proprio oggi che l’e-group compie 3 anni. Ci chiameremo “Senza Bavaglio”.
Il rinnovamento del mondo giornalistico passa anche da questo. Da un quarto potere che sia Senza Bavaglio.
Massimo A. Alberizzi
Simona Fossati
Luisa Espanet
Marilisa Verti
Simona Ciaramitaro
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