Meglio non votare

Fondo GiornalistiE dunque hanno deciso che nonostante tutto nella data già fissata  per il rinnovo dell’organismo che dovrà gestire il Fondo complementare dei giornalisti ci si vada comunque. Il “nonostante tutto” si riferisce al fatto che Senza Bavaglio (come per altro molti CDR) non ha ricevuto nessuna comunicazione in vista delle prossime elezioni e quindi non ha potuto presentare propri candidati. Motivo per cui ha chiesto che le elezioni fossero spostate quel tanto che permettesse di presentare anche propri candidati. Lo ha chiesto, ma inutilmente.
Personalmente non credo che sarebbe morto qualcuno o che ci sarebbero stati disastri se le elezioni fossero state spostate dello stretto necessario, tenuto conto anche del fatto che non si sarebbe certo trattato di un rinvio di anni o di mesi, ma al massimo solo di poche settimane. Non capisco quindi i motivi del rifiuto a spostarle, posso solo pensare a ottusità burocratica o alla italianissima  capacità di spaccare il capello in quattro e di arrampicarsi sugli specchi pur di non riconoscere che si è sbagliato o anche solo che si è stati distratti o affrettati e quindi non si è stati capaci di avvertire tutti invitando tutti a presentare liste e candidati.

Mi ha colpito la motivazione addotta dal presidente dell’Associazione lombarda dei giornalisti, Giovanni Negri, al Circolo della stampa di Milano in occasione dell’assemblea degli iscritti per l’approvazione del bilancio consuntivo del 2008 e di quello previsionale per il 2009. “Non posso pensare che in un gruppo come Senza Bavaglio, che ambisce essere un gruppo non solo regionale ma anche di respiro nazionale, presente in varie regioni, nessuno si sia accorto che erano state convocate le elezioni per il rinnovo della dirigenza del Fondo”, ha detto Negri in risposta all’intervento di Laura Verlicchi che per conto di S. B. ha ribadito le critiche per la mancata capillarità della comunicazione e quindi l’opportunità di uno spostamento.

Osservazione giusta e ineccepibile, quella di Negri. Ma che nulla toglie al fatto che sarebbe stato comunque meglio spostare le elezioni visto che a chiederlo era un gruppo che lo stesso presidente della Lombarda ci ha tenuto a dire che è presente in varie regioni e ambisce essere un gruppo di livello nazionale e non solo locale. A differenza dell’azzeccagarbuglismo e dell’ottusità burocratica degna più del catasto che del mondo giornalistico, la logica e la correttezza sostanziale suggeriscono infatti che se una elezione avviene senza che un gruppo di importanza nazionale venga avvertito per tempo è certo meglio rinviare le elezioni. O no? Sono meglio elezioni un po’ ritardate ma le più rappresentative possibile o elezioni comunque senza indugio ma meno rappresentative?

Certamente la forma dal punto di vista di don Ferrante e donna Prassede non è stata gravemente lesionata, ma è certo lesionato l’interesse generale della categoria: alle gare e alle elezioni di qualunque tipo è infatti meglio che la partecipazione sia la più vasta possibile. Ripeto: la più vasta, non la più ristretta. Cioè la più rappresentativa possibile. E anche se si tratta di porre quorum o altre eventuali soglie di sbarramento per evitare il dilagare di parti, partitini e correnti, si pongono dopo ampia discussione e accordi di maggioranza espliciti.

Ecco perché riteniamo che non sia il caso di andare a votare a elezioni per il Fondo convocate senza adeguata pubblicità. Chi si prende la responsabilità di procedere comunque a queste elezioni si prenda anche la responsabilità di farsele senza la partecipazione e senza i voti di chi si riconosce in un gruppo che lo stesso presidente della Lombarda, cioè della più grande associazione regionale della stampa italiana, ha riconosciuto esplicitamente e pubblicamente essere non un gruppetto locale. Non c’è bisogno di andare a verificare sul sito della Fnsi o spulciare nei giornali delle singole associazioni regionali se, quando e quanto l’indizione delle elezioni sia stata o no pubblicizzata. Basta e avanza il fatto che a chi le ha convocate non frega nulla che le componenti sindacali vi partecipino tutte.

Ma se non gliene frega nulla che la partecipazione sia la più rappresentativa possibile, beh, allora le elezioni se le facciano loro. Senza candidati e senza voti di Senza Bavaglio. Poi però non ci lamentiamo se alle elezioni dei nostri organi rappresentativi partecipano sempre meno colleghi, per giunta nonostante il voto ora sia stato reso comodissimo con l’invio di sms o quant’altro, senza più la seccatura di dover andare fino al seggio.

Pino Nicotri
Senza Bavaglio
Consigliere generale Inpgi

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