da Giornalisti No Prelievo
Salvatore Rotondo
Roma, 17 novembre 2021
L’ex-Fissa? Non ne sappiamo niente e anche se ne sapessimo qualcosa non saremmo tenuti a riferirla agli aventi diritto. Ma soprattutto non vogliamo discuterne, a maggior ragione se chi ci ha chiesto di farlo vorrebbe mettere in discussione parallelamente le nostre giuste prebende.
È questa l’estrema sintesi dell’atteggiamento che l’Istituto di previdenza dei giornalisti ha tenuto nell’arco temporale degli ultimi anni fino agli ultimi giorni nei confronti dei colleghi che hanno visto defraudato il loro diritto a incassare una cifra pattuita, come fondo integrativo con un accordo contrattuale. Frutto di un accantonamento individuale e obbligatorio.
I colleghi hanno scoperto che il fondo era in default soltanto nel 2017, da quando è stata elargita una prima mini rata di 3000 euro lordi, l’anno in cui si è costituito il Comitato ex-Fissa deciso a rivendicare a nome di 2400 colleghi quanto spettava loro. Emblematica di questo atteggiamento la nota di non-risposta inviata dall’Istituto a un collega che nel 2018 chiedeva semplicemente di essere informato sul proprio credito. Per avere la certezza di essere creditore per un determinato importo e magari poterlo comunicare ai propri familiari, perché… non si sa mai.
Il dott. Fabio Soffientini, dirigente responsabile del procedimento di accesso agli atti dell’Istituto firmò una non-risposta. La parte conclusiva di quella non-risposta, che nega il diritto alla trasparenza, è un simbolo perfetto della burocrazia che si scontra frontalmente con il diritto delle persone. Vi risparmiamo per pietà umana tutto quanto precede, una lunghissima, complicatissima premessa, che si apre con un mieloso Gentile giornalista.
…Coerentemente con tale principio, l’art. 3 del Regolamento sulla trasparenza – da lei richiamato – consente l’accesso alle informazioni “relativamente alle attività istituzionali di previdenza ed assistenza ed all’utilizzo delle risorse”; concetto ribadito anche dal Codice di disciplina dell’accesso civico e generalizzato di cui si è dotato l’Istituto, che – in attuazione alle linee guida emanate in materia dall’ANAC – limita la propria efficacia alle sole attività di pubblico interesse.
Sulla base dei precetti normativi e dei principi giuridici illustrati, quindi, è di tutta evidenza che l’INPGI, nell’ambito del ruolo di semplice gestore del Fondo integrativo contrattuale “ex fissa”, non ha posto in essere alcuna attività istituzionale propria dell’Istituto, limitandosi ad intrattenere rapporti giuridici contrattuali di natura privatistica – la cui fonte risiede nella convenzione stipulata con la FIEG e la FNSI e disciplinata da apposito regolamento – non qualificabili, alla stregua dei consolidati criteri definiti dalla legislazione vigente, come “atti e procedimenti amministrativi” finalizzati all’estrinsecazione delle funzioni di pubblico interesse.
Per le ragioni esposte, pertanto, si rappresenta l’inammissibilità dell’istanza da lei presentata, in relazione alla quale si rileva l’assoluta carenza di legittimazione riconducibile alle fonti normative richiamate, tenuto conto che la stessa è riferita a dati, atti e informazioni afferenti una sfera giuridica di natura privatistica, come tale sottratta all’ambito di efficacia della normativa in materia di accesso agli atti e di trasparenza amministrativa.
Avverso il presente atto, ai sensi di quanto previsto dal Codice di disciplina dell’accesso civico e generalizzato adottato dal Consiglio di Amministrazione dell’Istituto, è sua facoltà presentare richiesta di riesame al Direttore Generale, dr.ssa Maria I. Iorio, in qualità di Responsabile della Trasparenza, competente ad adottare il provvedimento di eventuale concessione dell’accesso in riforma della presente decisione.
C’è di peggio in quanto a rapporti tra rappresentanti e rappresentati? Certo che sì. Quello che ha fatto senza vergogna la Fnsi, schierandosi nei tribunali contro i giornalisti che chiedevano giustizia sulla ex-Fissa. Giornalisti dei quali, a prescindere dal contesto, un sindacato onesto dovrebbe essere avvocato difensore. Senza se e senza ma. Siamo sempre a livello scimmiette? o piuttosto avvoltoi?
Sergio Rotondo
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