1° maggio 2022, quando i virologi non furono più virali

Speciale per Senza Bavaglio
Gabriele Bojano
Salerno, 1° maggio 2021

Da quando Carlo Cazio aveva terminato la sua trasmissione “Che virus che fa”, Alberto Buriana non appariva più in tv. All’inizio se ne era fatto una ragione: “vuol dire – aveva detto alla moglie – che mi dedicherò di più allo studio. Sono sempre uno scienziato, no?” Man mano però che passavano i giorni gli mancavano sempre più gli studi televisivi. Si sentiva menomato, era come se qualcuno lo avesse castrato. Si sentiva “evirologo”.

Nel frattempo il coronavirus era pressoché scomparso e non solo dai palinsesti tivù: la gente aveva ripreso a darsi la mano. Tutti tranne gli infettivologi ma non per un eccesso di cautela, proprio perché tra di loro non si potevano vedere!

Buriana era insofferente, si teneva in esercizio parlando da solo e guardandosi allo specchio. Di tanto in tanto ravviandosi i capelli un po’ lunghi sul collo per un vezzo che lo contraddistingueva dagli altri colleghi, tutti calvi. Si rigirava il telefonino tra le mani aspettando una chiamata. E puntualmente la moglie glielo disinfettava. “Ma che cazzo fai? – reagì infastidito all’ennesima sanificazione – lo vuoi capire o no che il Covid-19 è scomparso? E con lui sono scomparso pure io? Adesso devo aspettare la prossima pandemia per essere intervistato!”

E stava quasi per mettersi a piangere se non fosse stata la moglie a distoglierlo: “Dai, Alberto, spiegami un po’ gli anticorpi monoclonali!” E lui, recuperando tutto l’ardore, si mise a spiegarli come se fosse davanti alla telecamera. La moglie lo applaudi’ (finalmente il pubblico in studio era ammesso) e lui recuperò il sorriso.

Ma i giorni a seguire furono duri. Persino Radio Corona Virus 2020 non lo chiamò più per il collegamento quotidiano. Né lui né Teo Bassetto che pure veniva contattato a qualsiasi ora del giorno e della notte. Con camice e senza. E la cosa che lo fece cadere di più in depressione è che oltre ai pazienti non aveva più neppure rubriche da curare sui giornali. Nessuna.

Stavano tutte bene, le rubriche. E che cavolo! Un suo autorevole collega, il professor Polli, non ce l’aveva fatta e si era iniettato una massiccia dose di simpatia meridionale nelle vene. I virologi erano finiti nel dimenticatoio. Alberto Buriana e tutti gli altri paradossalmente non erano più virali 😞

Gabriele Bojano
gabri.boj@iol.it

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