L’Ordine respinge un esposto contro “Il Tacco d’Italia”per diffamazione di una azienda commissariata per mafia

Dal Tacco d’Italia
Marlù Mastrogiovanni
Bari, 30 giugno 2020

Archiviato! L’esposto di Igeco spa, la holding commissariata per mafia, è stato archiviato dalla Commissione di disciplina dell’Ordine dei giornalisti con una motivazione esemplare: le inchieste contestate (non so quante, ma evidentemente erano diverse) sono molto circostanziate, arricchite di fonti documentali provenienti dalle Forze dell’Ordine, che ne avvalorano il contenuto. Insomma, ho fatto nient’altro che il mio lavoro e l’ho fatto bene.

Dal dispositivo di archiviazione apprendo che avevano fatto un esposto per diffamazione a mezzo stampa contro di me e contro l’intera redazione del Tacco d’Italia. Contro tutti i giornalisti e le giornaliste del Tacco!

Incredibile. Una intimidazione, una minaccia spudorata anche verso gli altri giornalisti, i tecnici, i grafici, i web master, gli editorialisti, tutti i collaboratori e le collaboratrici del Tacco. Igeco, raggiunta da interdittiva antimafia dopo le numerose inchieste del Tacco e della magistratura, ha sporto diverse querele verso di me. Le querele sono state firmate da vari soggetti del consiglio di amministrazione. Gli avvocati sono dello studio Flascassovitti di Lecce.

Finora le querele sono state archiviate con motivazioni esemplari del gip Francesco Agnino di Bari e del gip Sergio Tosi di Lecce, su richiesta dei pm. Dunque ben due Procure si sono espresse sugli stessi fatti, giungendo alle stesse conclusioni, che sintetizzo: ho scritto fatti verificati su fonti documentali, senza mai superare il limite, senza eccedere, senza travalicare nei toni e nelle parole.

La stessa Igeco spa, però, ha chiesto ed ottenuto il sequestro del mio giornale (poi dissequestrato) e sono stata mandata alla sbarra con decreto di citazione diretta a giudizio. I fatti, sono sempre quelli: si tratta di circostanze già trattate da altri pm e giudici e archiviate. Igeco non si è costituita parte civile ma, incredibilmente, si è costituito il sindaco di Casarano. Pazzesco: il sindaco di un Comune seduto dal lato dell’accusa a sostenere le stesse tesi di un’azienda commissariata per mafia.

Vedremo come andrà a finire.

Perché sugli stessi fatti, continuano le querele della giunta di Casarano e del suo sindaco Gianni Stefano.

Perché io non taccio. E i fatti sono testardi. E io, sorrido.

Marilù Mastrogiovanni

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