Dalla Libia una lezione politicamente scorretta. Ma giusta

Pubblichiamo questo articolo della giornalista libica Nadia Ramadan,
con traduzione in fondo, perché il buon giornalismo può anche
essere politicamente scorretto. In Libia abbiamo sbagliato tutti,
rincorrendo il sogno effimero della libertà e della democrazia.
Il Paese, invece, è stato trasformato
in un campo di battaglia colmo di disperazione e morte.
Così Nadia Ramadan, giovane twitter libica che da Tripoli invia
i suoi cinguettii ribelli, ammonisce tutti quelli che avevano pontificato sulla Libia –
giornalisti, analisti, diplomatici, politici,  intellettuali di vario genere –
ad ammettere che avevano sbagliato tutto.

Speciale per Senza Bavaglio
Nadia Ramadan
Tripoli, aprile 2019

Let us all just admit it us all admit it, this whole “let’s get rid of Gaddafi” has seriously backfired.

It has been 7 years since the capture and death of former leader Moamer Al–Gaddafi. Libya was then officially announced as fully liberated. That’s it.

Civil wars, stolen wealth, destroyed infrastructures, weakness, illegal immigrants, stolen youth, deaths, failed state.

Let’s admit that the poor day-to- day Libyans who were hoping for a brighter future just ended up being carried away by false hope and useless anticipations.

Let’s admit that so many bright future were lost.

Let’s admit a few have gained from this revolution and the rest just have to pretend everything is going well.

Let’s admit that besides those who have benefited from this revolution financially, gained power militarily or those who just wanted revenge on Gaddafi & his family, the revolution generally did not bring much to the table, as a matter of fact it deprived a lot.

L’inizio delle distruzioni

“It’s just 7 years, what do you expect after 40 years of destruction & tyranny” , “No regrets over Gaddafi’s demise”, “The French Revolution took 10 years to recover”, “It will get better in the future”.

Say the above statements to the poor elderly man sitting outside of a bank for hours just to receive his minimum pension – wouldn’t he prefer the evil dictator to stay in power just so he could enjoy his golden years surrounded by his family & without worrying of dying right outside the bank.

Let’s admit the main goal was to get rid of Gaddafi & to make the best out of the chaos.

Let’s admit that only a few individuals were given the opportunity while others remain to suffer the mess.

Let’s admit that the chaos in Libya today is too big to be solved by elections. We already had elections twice, one time proved to have created a powerless Congress and the second time was straight forward disrespected. So why would it be any different this time?

Let’s admit no one cares about the Libyan lives anymore, there has been kidnappings, stealings and disappearances just like in Gaddafi days and during the revolution.

As France & Italy continue to choose sides in Libya’s ongoing civil war, let’s admit it’s not for the best of the Libyans or Libya as a whole.

Let’s admit that all countries involved in Libya and “trying to find a solution for Libya” are just putting their own interests first.

Let’s admit that reshuffling armed groups is just a fast solution to make the best of the chaos instead of getting rid of the chaos.

Let’s admit that there will not be any real solution to the ongoing chaos in Libya and the issue will just be a matter of time. Maybe it could get worse or if we are lucky it could get better, but it will take a very very long time.

The sad part is that there is no turning back. Everyone has to move forward, whether it’s leaving the country or making the best out this mess. Time & tide waits for no one, & most certainly not for Libya. Admit it.

Nadia Ramadan
@NadiaR_LY

a cura di Francesca Canino

Libia: ammettiamolo tutti e basta
Ammettiamolo, tutto questo “liberiamoci di Gheddafi” è seriamente fallito.
Sono passati 7 anni dalla cattura e dalla morte dell’ex leader Moamer Al-Gheddafi. La Libia fu allora ufficialmente dichiarata come pienamente liberata. Questo è tutto.
Guerre civili, ricchezza rubata, infrastrutture distrutte, debolezza, immigranti illegali, gioventù rubata, morti, stato fallito.
Ammettiamo che i poveri libici che speravano in un futuro più luminoso finirono per essere portati via da false speranze e inutili anticipazioni.
Ammettiamo che così tanti brillanti futuri sono stati persi.
Ammettiamo che alcuni hanno guadagnato da questa rivoluzione e altri devono solo far finta che tutto vada bene.
Ammettiamo che oltre a coloro che hanno beneficiato finanziariamente di questa rivoluzione, acquisito potere militare o a coloro che volevano solo vendicarsi di Gheddafi e la sua famiglia, la rivoluzione in genere non ha portato molto, in effetti sono stati privati di molto.
“Sono solo 7 anni, cosa ti aspetti dopo 40 anni di distruzione e tirannia”, “Nessun rimpianto per la scomparsa di Gheddafi”, “La Rivoluzione Francese ha impiegato 10 anni per far riprendere la Francia”, “Migliorerà in futuro”. Se leggeste le dichiarazioni di cui sopra al povero anziano seduto fuori da una banca per ore solo per ricevere la sua pensione minima – non preferirebbe che il malvagio dittatore fosse ancora al potere solo per godersi i suoi anni d’oro circondati dalla sua famiglia e senza preoccuparsi di morire proprio fuori dalla banca.
Ammettiamo che l’obiettivo principale era liberarsi di Gheddafi e sfruttare al meglio il caos.Ammettiamo che solo a pochi individui è stata data l’opportunità mentre altri rimangono a soffrire nel caos.
Ammettiamo che il caos in Libia oggi è troppo grande per essere risolto dalle elezioni. Abbiamo già avuto due elezioni, una volta abbiamo dimostrato di aver creato un Congresso impotente e la seconda volta è stato direttamente irrispettoso. Quindi perché sarebbe diverso questa volta?
Ammettiamo che nessuno si preoccupa più delle vite libiche, ci sono stati rapimenti, furti e sparizioni proprio come nei giorni di Gheddafi e durante la rivoluzione.
Mentre Francia e Italia continuano a scegliere le parti da appoggiare nella guerra civile in corso in Libia, ammettiamo che non è per il meglio dei libici o della Libia nel suo insieme.
Ammettiamo che tutti i paesi coinvolti in Libia e quelli che stanno “cercando di trovare una soluzione per la Libia” stanno solo mettendo i propri interessi al primo posto.
Ammettiamo che rimescolare gruppi armati è solo una soluzione rapida per sfruttare al meglio il caos invece di sbarazzarsi del caos.
Ammettiamo che non ci sarà alcuna reale soluzione al caos in corso in Libia e il problema sarà solo una questione di tempo. Forse potrebbe peggiorare o, se siamo fortunati, potrebbe migliorare, ma ci vorrà molto, molto tempo.
Ciò che rattrista è che non si può tornare indietro. Ognuno deve andare avanti, sia chi sta lasciando il Paese, sia chi sta facendo del suo meglio in questo caos. Il tempo e le maree non aspettano nessuno, e soprattutto non la Libia. Ammettilo

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