Barbara Consarino
Milano, 24 novembre 2018
Cari colleghi,
alla vigilia delle elezioni per il rinnovo della Federazione nazionale della stampa, non ci deve sfuggire il significato profondo e cruciale di questo voto che arriva in un momento di grandissima crisi della nostra categoria.
Due parole su di me, ma solo due per dirvi come mai questa volta voterò i candidati di Senza Bavaglio: mi chiamo Barbara Consarino, vengo dai lontani tempi dell’Ifg, secondo biennio, Istituto per la formazione al giornalismo, sono professionista dal 1982 e il mio ultimo incarico, fino al 2015, si è svolto nell’ufficio dei capiredattori centrali del quotidiano Il Giorno, dove per qualche tempo ho svolto le funzioni di capo della cronaca di Milano.
Sono stata una delle prime donne a entrare nei quotidiani all’inizio degli anni ’80, ho fatto sacrifici come tante mie colleghe per conciliare lavoro e famiglia. Ma oltre a questo ho avuto felicità e serenità: poche censure anche negli anni in cui facevo semplicemente la cronista, uno stipendio non d’oro, ma comunque dignitoso e pagato ogni mese. E il mio lavoro, grande passione della vita.
L’ultima 416 mi ha portata, purtroppo, al prepensionamento. Nessuno mi ha costretta, ma mi sono resa conto che era il momento di andare, non era più cosa. Negli ultimi anni ho visto un imbarbarimento generale, un po’ coi miei occhi, un po’ dialogando con i colleghi: collaboratori pagati peggio di una miseria; corrispondenti avviliti, costretti a tagliarsi lo stipendio per rimanere al lavoro; un brutto antagonismo nelle redazioni fra i più anziani e garantiti (come me) e i giovani, precari anche per 10 anni, fra stop, parziali rinnovi, promesse vane e un posto che, quando arriva, li trova ormai stremati.
Credo che il sindacato nel suo complesso abbia tantissime responsabilità, così come gli editori che hanno pensato solo a mantenere i loro profitti, tagliando e tagliando fino a che è rimasto ben poco per tutti, anche per loro.
Ora le cose mi sembrano ancora peggiorate. Una categoria come la nostra costretta a subire le angherie di improbabili portavoce o politici senza arte né parte; un web vorace che cannibalizza a costo zero il lavoro dei colleghi che fanno i giornali, creando inoltre una sottocategoria di giovani malpagati e non tutelati.
Per pudore non vorrei parlare di Inpgi e Casagit, ci penseranno quelli che ne sanno più di me.
Però vi dico che bisogna correre a votare. Non amo le correnti e il mio sogno sarebbe un listone unico, dal quale scegliere le persone migliori. Ma siccome non è così, io voterò per Senza Bavaglio che mi pare un movimento sindacale aderente alla realtà, consapevole dei rischi che corriamo tutti quanti, con molte belle facce da spendere e la voglia di fare un po’ di controinformazione, finalmente
Barbara Consarino
Già Caporedattore de Il Giorno
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