Concorsone RAI, quando l’USIGRAI non difende i diritti dei giornalisti

Senza Bavaglio
Milano, 19 novembre 2018

C’è una graduatoria di giornalisti idonei del Concorsone Rai del 2015 che l’emittente di Stato ha deciso di ignorare, come del resto già fatto per una graduatoria del 2013. Tutto ciò nonostante un passaggio della Finanziaria del 2018 dica chiaramente che per le assunzioni deve pescare in primo luogo dalla lista dei 400 selezionati idonei nel 2015, e anche dalla precedente del 2013.

Se assume, la Rai deve rispettare quanto la legge dispone, ossia “avviare, in un’ottica virtuosa di risparmio a medio-lungo termine, immissioni in organico di figure al livello retributivo più basso, attingendo in primis al personale idoneo inserito nelle graduatorie 2013 e 2015 di giornalisti professionisti riconosciuti idonei”.

Aspiranti all’esame del concorsone RAI

Eppure nel 2016, preso evidentemente atto del livello professionale dei selezionati, prima ancora che glielo imponesse la Finanziaria la Rai accettò di estendere significativamente le chiamate, come chiesto dal Comitato per l’informazione pubblica (https://www.primaonline.it/2018/05/08/271377/rai-comitato-informazione-pubblica-rispettare-la-graduatoria-del-concorso-giornalisti/) di parte dei giornalisti del concorso del 2015.

Scalati i primi 100 vincitori, la Rai assunse l’impegno scritto di chiamare i successivi 100 idonei e, a parole, lasciò anche aperta la porta a scalare ulteriormente la graduatoria: l’atteggiamento era disponibile. Ma poi la musica è, per oscure ragioni, cambiata, e l’azienda, entro la data di scadenza di immissioni del bando iniziale, a ottobre 2018, non ha non ha neanche completate le chiamate previste per i 200.

Nonostante lo Stato prescriva all’azienda, finanziata con il canone dei contribuenti, un “risparmio a medio-lungo termine”, alcune forze (e tra queste incredibilmente anche il sindacato USIGRAI – qui l’intervista del segretario Vittorio Di Trapani: https://www.repubblicadeglistagisti.it/article/selezione-giornalisti-rai-scadenza-graduatoria) premono per organizzare già a distanza di tre anni un nuovo concorsone, dopo quello del 2015, pietra miliare per metodi di selezione e per trasparenza.

Ma quel concorsone fu costosissimo, per chiamare poi un’eccellenza di professionisti in Rai con contratti a tempo determinato. Sommare i concorsoni in tempi ristretti, oltre all’esborso di denaro di altre centinaia di migliaia di euro, aggiungerebbe all’eccellenza precaria altri precari eccellenti, in un’azienda di per sé piena da anni di precari da regolarizzare.

Ignorando anche lui la legge dello Stato, il segretario dell’USIGRAI, Vittorio Di Trapani, afferma che il comitato degli idonei della graduatoria del 2015 giustamente “rivendica dei diritti”, ma “noi siamo chiamati a fare accordi. Quello stipulato aveva una validità triennale e su quel solco ci muoveremo”. Dunque l’USIGRAI difende l’accordo con l’azienda e non i diritti dei giornalisti? Questa è, purtroppo, la filosofia dominante tra i vertici della FNSI. Loro non prevedono il ricorso agli avvocati per risolvere vertenze o violazioni di patti e accordi, altrimenti “il sindacato perde il suo ruolo”. Non hanno capito che il ruolo del sindacato è difendere i colleghi con qualunque mezzo legittimo.

Alla richiesta di accesso agli atti del concorso di alcuni idonei, la Rai ha anche opposto ripetutamente un fermo no. Il Tar del Lazio, con un’ordinanza del 5 novembre scorso, è andato nella direzione opposta della trasparenza. Sarà un caso, ma neanche un paio di settimane dopo, a un’audizione del 15 novembre 2018 in Commissione vigilanza Rai, l’amministratore delegato della Rai, Fabrizio Salini, ha comunicato che la Rai ha “valutato l’opportunità di procedere a una proroga del periodo di validità della graduatoria ai fini di eventuali nuove esigenze”.

È una timida apertura, certo non banale dopo mesi di muro contro muro. Senza Bavaglio vigilerà sul numero e sul tipo delle immissioni di organico in Rai e promuoverà il rispetto delle graduatorie in sospeso, come per altro, si richiede a chi tutela i diritti della categoria e ubbidisce alle leggi dello Stato, non agli accordi aziendali.

Senza Bavaglio
@sbavaglio
www.senzabavaglio.info

Dal 30 novembre al 3 dicembre in Lombardia si vota per il rinnovo delle cariche sindacali, Associazione Lombarda dei Giornalisti e Federazione Nazionale della Stampa.

La parola d’ordine di Senza Bavaglio è “Mandiamoli a casa per salvare giornalismo e giornalisti”

Qui trovi il nostro programma e  nostri candidati:

https://www.senzabavaglio.info/2018/11/14/speciale-elezioni-2018-senza-bavaglio-programma-e-candidati-con-gli-orari-di-voto/

Noi difendiamo i giornalisti e il giornalismo: cioè il tuo futuro.

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