I Caltagirone vendono il palazzo del Mattino

da Iustitia
Napoli, 24 giugno 2018

Il 20 e il 21 giugno il Mattino non è andato in edicola per uno sciopero proclamato dai redattori. Ma quali sono i motivi dello sciopero? Alle 19.30 del 19 giugno un giornalista dell’ufficio centrale scopre che il giorno dopo verrà pubblicata una mezza pagina della Gabetti con l’annuncio della vendita del palazzo di via Chiatamone 65 che dal primo maggio del 1962 ospita il giornale. Viene convocata un’assemblea che nel giro di un quarto d’ora, il tempo necessario per collegarsi con le sedi distaccate, decide all’unanimità lo sciopero.

Da segnalare che l’inserzione della Gabetti è stata pubblicata il 20 giugno dal Messaggero e che i dirigenti amministrativi, il pensionato sempre in piedi Massimo Garzilli e il responsabile del personale Giovanni Santorelli, allineati alla linea arrogante e ‘violenta’ degli editori Francesco Gaetano e Azzurra Caltagirone, hanno negato la sala Siani per l’assemblea dei giornalisti che si sono riuniti nell’ex tipografia ormai vuota.


Un’ultima considerazione. I Caltagirone stanno smontando pezzo su pezzo “il più diffuso e autorevole quotidiano del Mezzogiorno” in tempi accelerati e con modalità da paese coloniale. E intorno c’è un “silenzio tombale”, come hanno denunciato gli editorialisti del Mattino De Giovanni, Macry e Masullo. Persino i due galli della politica campana, Vincenzo De Luca e Luigi De Magistris, che quotidianamente intervengono su tutto, su questo fronte tacciono. Disinteresse? Timore di toccare un boss dell’economia nazionale? Non si sa.

Per completezza di informazione va detto che il sindaco di Napoli per il Mattino ha fatto qualcosa. Nella mattinata del 19 giugno, accompagnato dal capo di gabinetto Attilio Auricchio, è andato a via Chiatamone in visita di cortesia per salutare il neo direttore Federico Monga.

Iustitia

N.d.R.: la nuova sede del Mattino è al Centro Direzionale, come già annunciato anche su queste pagine.

Condividi questo articolo