Lombarda: il giudice ci sta dando ragione, gli statuti si cambiano rispettando le regole

Senza Bavaglio
Milano, 8 maggio 2018

Udienza stamattina a Milano per risolvere davanti alla giudice Laura Massari la diatriba che divide la dirigenza decaduta dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti e un gruppo di membri dello storico sindacato facenti capo alla componente di Senza Bavaglio.

Da una parte il presidente scaduto della Lombarda Paolo Perucchini si è presentato assieme al suo legale, Concetta d’Arrigo, dall’altra uno degli animatori di Senza Bavaglio e consigliere nazionale della FNSI, Massimo Alberizzi, accompagnato dalla battagliera avvocatessa Sabina Mantovani.

Lo statuto dalla Lombarda il vigore al 1999

La giudice, pur ammettendo di non essere ferrata sulle norme statutarie che regolano l’ALG, ha voluto capire cos’era successo e perché questa lite tra giornalisti. L’avvocato Mantovani ha ben spiegato che le modifiche statutarie sono state approvate con una procedura che non era prevista dallo statuto stesso e per questo non è valida. Insomma i dirigenti della Lombarda – scaduti il 22 dicembre scorso – non hanno rispettato le ferree regole che si devono applicare quando si modifica lo statuto.

La giudice ha poi chiesto ad Alberizzi se era d’accordo con le modifiche statutarie proposte. La risposta è stata negativa: “E’ per questo che abbiamo utilizzato tutti i metodi legali per impedire che fossero approvate, compresa la via giudiziaria”. La giudice ha annuito e spiegato a Perucchini che era logico aspettarsi da chi è contrario a quelle modifiche un atteggiamento ostruzionistico.

Le proposte di Senza Bavaglio (tra l’altro l’Organismo di Base dei Freelance, ndr) non potevano essere accettate dalla FNSI, ha spiegato Perucchini, recitando il falso ritornello che obbligherebbe la Lombarda a modificare lo statuto per uniformarlo a quello della FNSI, ma la giudice l’ha zittito con un secco “non mi interessano queste cose”.

Lo statuto della Lombarda in vigore dal 1988

Perucchini non può non sapere che sono gli impianti e le filosofie che sottendono agli statuti regionali che devono ispirarsi a quello della FNSI e non è necessario che gli statuti siano identici. Ne è prova il fatto che, per esempio, le regole della Lombarda non prevedono il congresso dei delegati, mentre quelle della FNSI e della Romana sì. Perucchini e i suoi non vogliono l’Organismo di Base dei Freelance semplicemente perché oggi i freelance sono tanti e se si iscrivessero tutti al sindacato (cosa che oggi non fanno perché il sindacato si guarda bene dal tutelarli) ribalterebbero le maggioranze e costringerebbero chi finora non ha fatto niente per i liberi professionisti dell’informazione (compresi i dirigenti scaduti della Lombarda) a perdere le loro poltrone.

Alla domanda della giudice che ha chiesto perché mai per cambiare lo statuto non si poteva attuare la procedura prevista dallo statuto, l’unica consentita per modificare le norme, Perucchini ha protestato sostenendo che quella normativa costerebbe 30 mila euro. Ma è possibile che colui che è stato presidente della Lombarda non capisca che la democrazia ha un costo e che se si vuole mantenere le condizioni democratiche si deve pagare un prezzo? Il passo dalla democrazia alla dittatura è corto.

Ma poi non ha potuto che accettare il rilievo della giudice: per modificare lo statuto occorre prima di tutto rispettare lo statuto stesso e le procedure previste. Che la giudice, a questo punto, ha chiesto di rispettare alla lettera

Paolo Perucchini

Ha dato infine appuntamento alle parti il 10 gennaio 2019 quando la giudice deciderà se ammettere o meno i mezzi istruttori dedotti nelle memorie istruttorie autorizzate dalle parti e quindi andare a sentenza.

E’ bene ricordare che Senza Bavaglio ha contestato le nuove norme non solo perché non è stato introdotto l’Organismo di Base, ma perché non va bene tutto l’impianto e la filosofia delle nuove norme che prevedono un uomo solo al comando e l’abolizione di tutto ciò che limita il potere del presidente. Se passano quelle norme vuol dire che deciderà tutto il capo.

Massimo Alberizzi

Violare le regole è ormai un’abitudine del sindacato lombardo i cui dirigenti, ripetiamo, scaduti il 22 dicembre scorso, non intendono indire le elezioni per rinnovare i loro incarichi. Si sono addirittura inventati una mozione che li autorizza a restare in carica. Se conoscessero i rudimenti della democrazia saprebbero che una mozione che addomestica lo statuto non può neppure essere messa ai voti.

Il panorama dell’informazione è desolante. Tutto si sta sfasciando, si susseguono licenziamenti e ristrutturazioni (anche finte) e il contratto firmato dalla FNSI nel 2014 ha permesso che decine di famiglie fossero sbattute sul lastrico. Eppure i dirigenti della FNSI e quelli illegali della Lombarda che gli fanno da stampella continuano a difendere questo contratto che noi abbiamo denunciato ai giudici di Roma.

Senza Bavaglio

Condividi questo articolo