Ansa
Milano, 12 aprile 2018
“Il rapporto di lealtà con il lettore, prima ancora che il rispetto sostanziale della legge, impedisce la sostituzione clandestina di giornalisti con figure diverse e funzionali a meri progetti di marketing. E il direttore di testata che avalla tali piani ha una piena responsabilità etica, deontologica e giuridica, che condivide con il direttore editoriale”. E’ il richiamo del presidente dell’Ordine dei giornalisti lombardi Alessandro Galimberti nei confronti di Luca Dini, giornalista professionista e direttore editoriale di Condé Nast, convocato nella sede dell’Ordine in via Antonio da Recanate, dopo una serie di segnalazioni di lamentate irregolarità nell’assegnazione e nella turnazione diruoli giornalistici all’interno del gruppo editoriale.
Galimberti ha richiamato Dini al rispetto della legge professionale, “che impone l’assegnazione della direzione di testate a giornalisti iscritti all’Albo, anche e soprattutto se si tratta della trasposizione online di note e prestigiose testate cartacee, con le quali il lettore ha sviluppato un lungo e collaudato rapporto di fiducia”.
Ugualmente censurabile, però, secondo il presidente dell’Ordine lombardo, e per gli stessi motivi, “è la nascente prassi di sostituire ruoli giornalistici in redazione con nuove figure, del tutto prive di formazione professionale sui temi – tra gli altri – della separazione tra pubblicità e informazione (art 10 Testo unico dei doveri del giornalista e art. 44 Cnlg) e della deontologia, contribuendo in tal modo a una mercatizzazione del tutto deregolamentata di settori dell’informazione tutt’altro che irrilevanti per le questioni trattate”.
Il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia ha ricordato anche a Dini che “affidare compiti redazionali con attività giornalistica a blogger e influencer non iscritti all’Albo profila un’ipotesi di esercizio abusivo della professione (art 45 Legge 69/63 istitutiva dell’Ordine e art. 348 del codice penale)”.
ANSA
Senza Bavaglio
Milano, 13 aprile 2018
La fotografia che pubblichiamo è stata scattata da un collega di Senza Bavaglio all’aeropporto Malpensa. Si tratta di autopromozione della Condé Nast che si vanta di produrre pubblicazioni di qualità. Ma l’assunzione di blogger e influenzer sta minando proprio il prestigio di quelle testate che i giornalisti e i collaboratori impiegati ogni giorno nella loro fattura stanno difendendo a denti stratti.
Qualche settimana fa i giornalisti della Condé Nast hanno comprato una pagina su “Il Fatto Quotidiano”. La riportiamo qui sotto.
Realtà editoriali come quella della Condé Nast e della Hearst tentano pian piano di sbarazzarsi dei giornalisti per trasformare le loro pubblicazioni in cataloghi pubbicitari confezionati da influencer e blogger il cui obbiettivo non è quello di informare ma di pubblicare surrettiziamente inserti pubblicitari. L’Ordine della Lombardia, i cui dirigenti non si riconoscono nella dirigenza, che lo ha gestito fino a pochi mesi fa, nè ill quella che gestisce l’Ordine Nazionale, sta cercando di ristabilire le regole corrette dell’informazione, pretendendo una concreta separazione tra informazione e pubblicità, quella che pudicamente Maurizio Costanzo chiamave “consigli per gli acquisti”.
Purtroppo l’ultimo contratto permette agli editori questo ed altro. Non a caso le norme di quel contratto erano state definite dall’Associazione Stampa Romana “Una serie impressionante di concessioni agli editori”.
Senza Bavaglio
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