Da Puntoeacapo
Roma, 21 gennaio 2017
E dunque il termine ultimo per la manifestazione di interesse alla rottamazione dell’ex fissa è scaduto. Ieri, 20 gennaio (non il 31, come a voce il segretario Fnsi Raffaele Lorusso aveva promesso qualche giorno fa) la campana è suonata per 1948 (o forse già 1954) giornalisti in attesa di un credito maturato in molti casi da più di sette anni.
Siamo arrivati all’appuntamento annunciato da una raccomandata natalizia (che qualcuno fino a ieri stava ancora aspettando) tra molte conferme e – ahinoi – solo qualche smentita. Se il quadro è un po’ più roseo, ricordiamocelo, è per merito della pressione del Comitato Ex Fissa formatosi qualche settimana fa anche grazie alle iniziative e agli esponenti di Puntoeacapo. Una pressione che ha richiesto molto lavoro anche da parte dell’Unione pensionati del Lazio. Ma molti nodi sono tuttora irrisolti, molte parole dette in occasioni istituzionali sono rimaste senza conferme scritte e la situazione sembra cambiare di giorno in giorno.
Tanto è vero che la Commissione paritetica Fnsi–Fieg si riunirà di nuovo il 25 gennaio, probabilmente con la partecipazione dell’Inpgi, presente anche alla paritetica di qualche giorno fa che è stata teatro di uno scontro inedito tra Federazione e Istituto, accusato implicitamente di non avere la macchina organizzativa necessaria per gestire il capitolo informazione e conteggi dovuti ai colleghi.
Anche dal report dell’incontro pubblicato per prima da Associazione stampa romana a doppia firma col Comitato ex fissa (con una iniziativa che ha provocato diversi mal di pancia all’interno dello stesso Comitato) allo stato dell’arte risultano molte ombre fitte e ben poche luci nel futuro dell’operazione ex fissa.
Raccomandata–manifestazione di interesse – Il modulo firmato da circa 800 colleghi interessati alla rottamazione del proprio credito non è vincolante. Lo ha detto Lorusso, ma il modulo stesso diceva il contrario. Tanti colleghi restano preoccupati.
Rata del 31 gennaio – In realtà è la rata 2017, slittata a fine gennaio 2018, ed è una rata per modo di dire: equivalente a circa 2.100 euro netti, uguale per tutti, decurtata degli interessi pregressi che, viene detto soltanto ora, dal dicembre 2015 erano praticamente scesi a zero. Una minirata che dovrebbe essere versata a tutti gli aventi diritto. Senonché fino a due giorni fa mancava oltre un milione, forse due, ai cinque, o forse sei, necessari. Gli editori della Fieg hanno trovato la somma? Lo diranno alla Commissione paritetica del 25?
I conteggi – Dal 24 gennaio l’Attuario, quando avrà a disposizione il quadro completo delle opzioni dei colleghi, farà partire i conteggi relativi alla situazione di ciascuno, ed entro un mese sarà dato il via alle transazioni. Ma un mese davvero basterà?
Lo scontro Inpgi-Fnsi – Verranno aperti sportelli alla Federazione per informare i giornalisti sul personale quadro ex fissa di ciascuno. Un supporto all’Inpgi, che ha già uno staff di funzionari molto esperti e molto capaci che svolgono questo lavoro. E’ stata proprio questa novità a far infuriare i vertici di via Nizza che si sono sentiti sotto accusa come se la propria macchina organizzativa non fosse all’altezza della situazione o avesse commesso errori.
Chi è il soggetto debitore? – Secondo qualcuno l’altro giorno Lorusso e il direttore generale Fnsi Giancarlo Tartaglia avrebbero detto che il debito ex fissa è in capo alla Fieg. Ma la notizia non è confermata e soprattutto è contraddetta da almeno un paio di sentenze del Tribunale di Roma.
L’attacco alle precedenti gestioni Fnsi – Incontrando il Comitato, Lorusso ha detto che non risulta dagli atti che la Federazione abbia preso “iniziative di sorveglianza della liquidità della gestione” del Fondo ex fissa, così come prevedeva la Convenzione stipulata con la Fieg nel 1994. Un’accusa gravissima da parte del segretario nei confronti di chi lo ha preceduto alla guida della Fnsi dal 1994 al 2015, ovvero Franco Siddi e Paolo Serventi Longhi (per tacere dei presidenti Lorenzo Del Boca, Roberto Natale e Giovanni Rossi). Resta un interrogativo: ma lui, Lorusso, cosa ha fatto invece? Non risulta che abbia mai lanciato l’allarme nel corso del suo segretariato. Di più: non ha mai risposto alle domande di Inpgi Futuro in sede di Consiglio di amministrazione proprio sulla consistenza del Fondo. Questa uscita peraltro alimenta ulteriori veleni all’interno della composita maggioranza di potere che attraverso la Fnsi controlla i vari enti-cassaforte della categoria. Immaginiamo come siano felici della uscita di Lorusso Serventi Longhi e Siddi…
Ristrutturazione del debito – Fnsi si impegnerà perchè il ministero del Lavoro consenta all’Inpgi di erogare un prestito di 23 milioni al Fondo ex fissa. La cifra è la seconda tranche dell’iniziale prestito di 35, che sarebbe stata bloccata proprio dal ministero in considerazione del profondo rosso in cui versa l’Istituto. Lettera che nessuno degli amministratori ha mai visto. Un rosso, quello dell’istituto di previdenza, che si aggrava di anno in anno e che potrebbe consigliare ulteriori divieti sul prestito anche se gli editori pagherebbero un interesse del 4,6 per cento. La Fnsi, dice Lorusso, è in cerca di ulteriori finanziamenti per pagare l’ex fissa a chi ha scelto l’opzione rottamazione (a cominciare da chi è in attesa dal 2009). Ma la confusione su questo punto è massima: se non si riuscirà a liquidare nel 2018 tutti quelli che hanno scelto di rinunciare al 50 per cento del proprio credito, si valuterà se liquidarne una parte, per poi far scattare il rientro nel vecchio piano di rateizzazione. Con l’auspicio, ohibò, di poter prevedere una seconda tranche di pagamenti per chi è rimasto al palo.
La rateizzazione – Ottimismo e ancora ottimismo del direttore Fnsi Tartaglia per il futuro di quelli che invece non ci stanno a rottamare la loro ex fissa. Grazie all’abbattimento del debito, e alle entrate regolari dell’1,5 per cento versato dagli editori, questi colleghi dovrebbero poter ricevere il dovuto, con il “vecchio” sistema della rateizzazione. Entro 20 anni, non un giorno di più, sia chiaro, perchè, dice Tartaglia, se si supera il limite, si compie una inadempienza contrattuale. Evidentemente passibile di sanzione. Venti anni, non un giorno di più: evviva! Ma che cosa ne dicono i silenti 5000 giornalisti italiani al lavoro che hanno maturato il diritto e che potrebbero non vedere mai un soldo?
Puntoeacapo
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