Comincia l’assalto ai beni dell’Associazione Lombarda Giornalisti: alloggi, negozi e box

Senza Bavaglio
Milano, 10 febbraio 2017

E’ cominciato lo spolpamento della Lombarda da parte di un gruppo dirigente cinico che utilizza tutti i mezzi, anche quelli che violano lo statuto dell’Associazione, per raggiungere il suo obiettivo.Tutti i capi corrente uniti in una sorta di Santa Alleanza, vogliono cambiare lo statuto dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti in senso verticistico, affidando il potere assoluto al presidente soprattutto per quello che concerne la gestione dei beni, appartamenti, negozi e box nel centro di Milano. Via tutti i controlli!

Con sedici voti a favore, tre contrari – la componente di Senza Bavaglio – e due astenuti, il direttivo dell’Alg ha approvato il nuovo Statuto nella seduta del 10 febbraio 2017. Un voto cui si è arrivati a tappe forzate, senza attendere – come avevamo chiesto – il Congresso nazionale straordinario della FNSI che in primavera dovrebbe riunirsi per modificare lo Statuto della federale, cui giocoforza dovrà adeguarsi quello lombardo.

C’è stata, è vero, una lunga serie di riunioni della Commissione Statuto, che hanno reso possibile la modifica di alcuni fra i punti più controversi (tra cui quello della gestione del patrimonio, come vedremo meglio), ma l’impianto è rimasto quello voluto fin dall’inizio dalla maggioranza, fortemente incentrato sul ruolo del presidente: un uomo solo al comando.

E, tanto per cambiare, senza nessuno spazio, al di là di una generica, e persino ridicola, dichiarazione di intenti (art. 28) per l’Organismo di Base dei Freelance. Motivazione: l’ODB non esiste sul piano nazionale, a differenza della Commissione lavoro autonomo. Eppure, già dal 2004 una mozione, anzi due, votate per acclamazione al congresso della stampa di Saint Vincent, impegnavano la FNSI a costituire e riconoscere l’organismo, già allora – e ancor più oggi- ritenuto necessario: ma questo non è mai avvenuto, non certo per colpa di chi l’ha proposto – Senza Bavaglio – che da allora continua la battaglia.

Ricordiamo che la costituzione di Organismo di Base – una struttura autonoma e forte che permette a chi conosce i problemi specifici di una parte della categoria di lottare in prima persona per ottenere diritti e tutele – è prevista dall’articolo 38 dello statuto FNSI. Esiste già per i giornalisti Rai, UsigRai, e per i giornalisti pensionati, UNGP.

Quindi dopo le mozioni del congresso 2004, con le reiterate mozioni dei congressi successivi, abbiamo assistito a una “storia di ordinaria follia sindacale”, durante la quale  dove abbiamo seguito passo per passo le “istruzioni” dei grandi capi della FNSI per costituire l’Organismo di Base e farlo riconoscere http://www.usgf.it/?page_id=10 . Sono nate invece le Commissioni Lavoro Autonomo. Commissioni assolutamente inutili, anche a detta degli stessi rappresentanti. In circa cinque anni di lavoro sono tornate al punto di partenza e hanno talmente lavorato bene da non riuscire nemmeno, nella scorsa gestione, a ostacolare la demenziale posizione della dirigenza FNSI sull’Equo Compenso, con tariffe che non sancivano tutele ma siglavano lo schiavismo per i giornalisti freelance e precari. I dirigenti della Commissione Lavoro Autonomo avrebbero come minimo dovuto organizzare le barricate e invece nulla, occasione persa.

Per fortuna, sia il Tar sia il Consiglio di Stato hanno bocciato in pieno l’Equo Compenso, sancito da FNSI e FIEG e avvallato da Lotti e compagnia e lodato dai dirigenti dell’ALG.

L’ingresso dell’Associazion e Lombarda dei Giornalisti

Ora la Lombarda ha avuto l’occasione di dimostrare veramente la “sua forte autonomia” più volte ribadita da Negri (eminenza grigia della corrente di Stampa Democratica) e Perucchini (il presidente della Lombarda) durante le riunioni per redigere il nuovo statuto, quella di far nascere l’Organismo di Base dei Lavoratori Autonomi proprio dalla Lombarda, esattamente come a suo tempo è successo per l’organismo di base dei pensionati.

Altra occasione persa, per una regione che è la più importante in Italia ma che non ha mai il coraggio di dimostrarlo, sempre sottomessa al volere di una fantomatica maggioranza di cui fa parte, tesa più a conservare il posto ai sindacalisti che a tutelare i colleghi e i loro diritti.

Altro punto chiave, quello del patrimonio, fondamentale per un’associazione come la Lombarda che dispone di un “tesoretto” immobiliare. Che succederebbe se, come è possibile, si rendesse necessario attingervi? Senza Bavaglio ha acceso un faro sulla questione, visto che la prima versione dello Statuto (art.12) affidava al presidente la gestione del patrimonio sociale e dell’ordinaria gestione economica dell’associazione, prevedendo la ratifica del direttivo solo per le decisioni straordinarie: un confine difficile da tracciare, specie in presenza di situazioni economiche tutt’altro che floride come quelle attuali.

Una questione su cui abbiamo raccolto consensi, ed è stato così possibile ottenere una modifica dell’art.12 in direzione di un maggiore controllo: il presidente si avvale anche della collaborazione del tesoriere e propone le decisioni straordinarie al direttivo, cui spetta approvarle.

Ora la parola passerà agli iscritti, come previsto dallo Statuto (attuale). Che all’art.32 prevede per l’approvazione delle modifiche un numero di voti – raccolti in assemblea o per corrispondenza – pari almeno a due decimi del numero dei soci, dei quali due terzi professionali. I numeri della Lombarda rendono praticamente impossibile riunire fisicamente i soci: quindi la maggioranza (16 a favore, i tre di SB contro e due astenuti) ha deciso – con un’altra violazione palese dello statuto – per il referendum elettronico. Un referendum sulle modifiche statutarie non è previsto dallo statuto attuale. Non è quindi previsto né un voto elettronico, né tantomeno l’apertura dei seggi per 16 giorni (dal 15 al 31 marzo). I capi della Lombarda non sanno che non si può modificare uno statuto con una semplice mozione?

Una scorrettezza istituzionale di questo genere fu compiuta già anni fa quando in un’assemblea fu allungato illegalmente il mandato di Giovanni Negri per un anno. Ripetiamo: una mozione non può modificare uno statuto.

Per evitare l’imbroglio proposto ora con questa modifica statutaria, Senza Bavaglio si riserva di assumere tutte le iniziative necessarie, anche quelle legali. Occorre impedire l’omicidio della Lombarda. Non solo per difendere i colleghi che rischiano di perdere il posto di lavoro e quelli autonomi che il sindacato si rifiuta di tutelare, ma anche per rispetto a quei colleghi che credevano nel sindacato e nell’onestà e correttezza dell’azione sindacale e hanno lasciato la loro eredità a un’associazione, la Lombarda, che sta per essere saccheggiata.

Senza Bavaglio

Ecco le mozioni illegali che – in base all’attuale statuto – non avrebbero potuto neppure essere messe ai voti.

MOZIONE AL CONSIGLIO DIRETTIVO DEL 10/2/2017

Il Consiglio Direttivo dell’ALG approva la modifica dello Statuto sociale presentata dal presidente al termine dei lavori della Commissione modifica Statuto, impegna il presidente a convocare una Commissione per la Stesura del Regolamento allo Statuto da sottoporre all’approvazione del Direttivo entro 6 mesi dal voto sulle modifiche statutarie.

MOZIONE al CD del 10/2/2017 

PER REFERENDUM

Considerato come l’assemblea ordinaria dei soci dell’ALG convocata per il prossimo 27 febbraio preveda al punto 4 dell’Odg il tema “Modifica dello Statuto sociale”;

Considerata l’oggettiva difficoltà di dar corso a quanto stabilito nell’art. 32 dello Statuto sociale in materia di approvazione di Modifiche allo Statuto medesimo;

Considerato l’art. 31 dello Statuto ALG che prevede la facoltà del Consiglio Direttivo di sottoporre a votazione per referendum l’approvazione di norme, iniziative o proposte di notevole importanza;

il Consiglio Direttivo della ALG

delibera

che nel caso in cui all’assemblea ordinaria del 27 febbraio p.v. non si dovesse registrare la partecipazione di un numero di partecipanti tale da permettere il raggiungimento della maggioranza qualificata prevista dell’art.32 per dar corso alle modifiche statutarie approvate dal Consiglio Direttivo odierno, si dia corso ad un referendum tra i soci da svolgersi per via telematica, con garanzia di segretezza del voto.

Inoltre, il Consiglio Direttivo

delibera

  1. a)      che Il referendum elettronico si svolgerà dalle ore 12.00 del 15 marzo p.v. alle ore 12.00 del 31 marzo p.v.;
  2. b)      che presso la sede sociale in viale Monte Santo 7 sarà predisposta una postazione di voto elettronico assistito aperta al voto tutti i giorni feriali (dal lunedì al venerdì) dalle 9.30 alle 17.00 ad esclusione delle giornate del 15 marzo p.v. e del 31 marzo p.v. in cui l’orario sarà, rispettivamente  dalle 12.00 alle 17.00 e dalle 9.30 alle 12.00;
  3. c)       che hanno diritto di voto tutti i soci che risultavano iscritti e in regola con i pagamenti delle quote sociali al 31 dicembre 2016;
  4. d)      che hanno diritto al voto tutti i soci iscritti al 31 dicembre 2016 anche se, all’epoca, non in regola con i pagamenti delle quote sociali qualora, entro le ore 17.00 del 7 marzo p.v., provvedano a regolarizzare la loro posizione attraverso  il pagamento delle quote arretrate;
  5. e)      che le procedure per l’accreditamento al voto elettronico debbano essere simili a quelle già adottate nel 2014 in occasione dell’ultima tornata elettorale per il rinnovo delle cariche sociali.

Quindi, il Consiglio Direttivo

affida

l’incarico alla Giunta ALG di proporre all’approvazione dell’Assemblea dei soci del 27 febbraio p.v. i nominativi di una Giunta Elettorale che dovrà essere rappresentativa della composizione del Consiglio Direttivo stesso e che, insediandosi in quell’occasione, presiederà all’organizzazione, alla gestione delle operazioni di  voto del referendum, alle operazioni di scrutinio e alla proclamazione del risultato del referendum, attenendosi a quanto stabilito dall’art. 32 dello Statuto sociale.

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