“Chiedo una parola forte a favore di noi, figli di un INPGI 2 minore”

Speciale per Senza Bavaglio
Vittorio Giannella
Milano, 14 gennaio 2021

Chiedo la parola affinchè qualcuno possa far sentire la sua parola più forte a favore di noi figli diun INPGI minore. Sono un fotografo di viaggi e turismo freelance, e verso i contributi all’Inpgi 2 da 30 anni. Lancio questa mia riflessione per mettere in evidenza la disparità di trattamento mediatico in atto, tra l’Inpgi dei garantiti professionisti e l’Inpgi 2 dei colleghi più deboli, senza nessuna tutela, solo chiamati a versare quel poco che possono per la loro pensione futura, con i redditi  ormai ridotti al lumicino, oltre a versare il 4 per cento all’ente su ogni fattura emessa.

L’Inpgi garantisce da sempre, giustamente, ai nostri colleghi professionisti, ammortizzatori sociali (disoccupazione, cassa integrazione, contratti di solidarietà, tfr in caso di fallimento di una rivista, contributi figurativi da dare sulle pensioni di numerosi  giornalisti eletti deputatati, senatori, parlamentari europei, sindaci di grandi città, consiglieri e governatori di regioni). Nulla invece a noi liberi professionisti, nel caso di infortuni, incidenti o fallimenti.

Il governo italiano intanto, ha pubblicato il 5° Decreto ristori e, nuovamente, si è dimenticato della nostra categoria freelance Inpgi 2, fermi da mesi e mesi, con viaggi cancellati, press tour annullati a data da destinarsi, riviste che non pubblicano quasi più, viaggi e mete di vacanze. E in un momento cosi terribile per noi, nessun ente preposto alla nostra tutela (Inpgi2, Ordine, Fnsi, Associazione Stampa) si è fatto carico di darci voce con articoli, appelli, indignazione, per far sentire la nostra difficoltà con più forza al Governo, impegnato in questi mesi a distribuire, giustamente,  ristori a centinaia di codici ateco (ristoranti,, pasticcerie, discoteche, sexshop, compreso i nostri colleghi che però versano all’Inps) sicuramente lo staranno facendo, ma non così forte, credo, perché io non vedo e non sento nulla, e neanche chi ci governa, visto il risultato.

Mi piacerebbe sentire una voce forte a sostegno di noi freelance dell’INPGI 2, invece regna il buio mediatico regna.

Volevo mettere in luce ora, quello che sta succedendo in questi giorni, da quando, cioè, si è diffusa la voce di un possibile commissariamento dell’Inpgi per un buco enorme degli attuali 235 milioni di euro, sviluppatosi a una velociità rapidissima, con i meno 100 milioni del 2017, i meno 161 milioni del 2018, che metterebbe in difficoltà i colleghi garantiti con strette e possibili sacrifici sulle loro pensioni.

Da qualche giorno si è scatenato un cannoneggiamento di articoli, appelli, firme autorevoli che chiedono audizioni ai vari ministri e al Presidente della Repubblica per vederci chiaro. Una disparità, dicevo prima, enorme rispetto al problema dei ristori negati ai colleghi più deboli, che darebbero un po’di respiro ai freelance in difficoltà.

Per noi solo poche righe, in mesi e mesi, e la totale indifferenza, oltre che attenzione, dei colleghi televisivi, impegnati 24 ore su 24 a intervistare chef stellati piagnucolanti, tassisti furibondi, benzinai scioperanti. Noi freelance facciamo il nostro dovere in silenzio, rischiando in proprio per sviluppare al meglio la nostra piccola attività di liberi professionisti, cui dedichiamo il nostro tempo, la nostra salute, la nostra vita.

Facciamo di tutto, perché gli enti preposti a rappresentarci s’impegnino a darci voce almeno ora, in questo momento terribile, e che nessuno osi, come proposta giunta da qualche rappresentante altolocato, di accorpare l’Inpgi  per erodere i 35 milioni di euro di attivo dell’ Inpgi 2, la cassa dei colleghi deboli, dei freelance, solo per allungarne l’agonia, trascinando nel baratro anche noi.

Vittorio Giannella
fotografo freelance di viaggi e turismo

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