Oggi la sentenza sull’estradizione di Julian Assange: minacciato il giornalismo

Senza Bavaglio
Londra, 4 gennaio 2021

“È ovvio che l’affare Julian Assange è soprattutto politico e mira a dare al giornalista un esempio per intimidire i media di tutto il mondo”. Lo dice Reporters sans frontieres (RSF) in occasione del procedimento giudiziario contro il fondatore di Wikileaks, che dovrebbe concludersi definitivamente oggi.

La giudice Vanessa Baraitser sarà chiamata a pronunciarsi sulla richiesta di estradizione di Julian Assange emessa dagli Stati Uniti durante un’udienza. È programmata per le 10:00 ora locale presso la Central Criminal Court, Londra (The Old Bailey).

Julian Assange
Julian Assange

Qualche giorno prima di questo storico verdetto, RSF condanna il fatto che il fondatore di Wikileaks sia stato perseguito per i suoi contributi al giornalismo e chiede il suo rilascio immediato. Se il governo degli Stati Uniti riuscirà a garantire l’estradizione di Julian Assange sarà un grosso problema per il giornalismo.

Perseguirlo per i suoi contributi al giornalismo di interesse generale, darebbe la possibilità di applicare questa giurisprudenza a qualsiasi giornalista in qualsiasi parte del mondo. “Semplicemente non possiamo minimizzare le implicazioni che questo caso potrebbe avere” – scrive RSF nel suo comunicato. “È in gioco il futuro stesso del giornalismo e della libertà di stampa!”

RSF ha scritto una petizione e l’ha spedita al Primo Ministro, al Ministro della Giustizia, al Ministro degli Interni e al Dipartimento degli Affari Esteri. L’ha spedita anche allo Sviluppo Internazionale e del Commonwealth chiedendo alle autorità britanniche di non estradare Julian Assange.

Julian Assange The Old Baily
The Old Baily

L’ong pubblicherà anche nomi di tutti i firmatari sulla sua home page e su tutti i suoi account sui social media internazionali. Sarà alla Corte penale centrale di Londra il 4 gennaio per cercare di partecipare all’udienza e seguire da vicino gli sviluppi del caso.

Julian Assange è un giornalista autraliano cofondatore dell’organizzazione WikiLeaks. Nel 2010 ha pubblicato documenti top secret statunitensi avuti da una ex militare, Chelsea Manning, oggi attivista. Erano documenti che riguardavano crimini di guerra che hanno fatto infuriare in governo USA.

Dal mese di aprile 2019 è in carcere nel Regno Unito perché gli Stati Uniti hanno chiesto la sua estradizione. Lo vogliono processare per cospirazione e spionaggio. Negli USA rischia l’ergastolo e addirittura la pena di morte.

 

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