Speciale per Senza Bavaglio
Francesca Canino
Cosenza, 10 luglio 2020
Il 7 luglio scorso è stato pubblicato su “Il Fatto Quotidiano”, a pag. 13, un trafiletto dal titolo “Polveri sottili (da sparo)” a firma di Claudio Sabelli Fioretti, il quale, rivolgendosi a Klaus Davì per le insensate esternazioni espresse nelle scorse settimane, usa parole pesanti nei riguardi dei calabresi. Era partito bene Sabelli Fioretti, puntando il dito contro il ‘massmediologo’ Davì e la sua becera propaganda sulle bellezze calabresi, ma poi è scivolato di brutto.
Nelle scorse settimane, il massmediologo, che non è calabrese, ma si è stabilmente trasferito in Calabria per danneggiarla ogni volta che apre bocca, ha lanciato un campagna per incrementare il turismo in regione, invitando tutti a scegliere la Calabria perché, a suo dire, sarebbe zona libera dal virus, a differenza di altre regioni italiane. Moltissimi sono stati i calabresi che hanno subito preso le distanze da questa trovata indefinibile, che solo uno stolto poteva partorire, e hanno criticato il già inviso e ambiguo e inutile Davì, invitandolo a ritirare quanto detto e a scusarsi pubblicamente.
Sabelli Fioretti condanna (giustamente) l’operato di Davì, però va oltre e, verso la fine del suo intervento, scrive: “A differenza della zone della Locride dove le simpatiche polveri sottili da sparo creano tassi di inquinamento alle stelle mentre efficientissime cementificazioni abusive migliorano l’ambiente, se venite a passare le vacanze sulle spiagge venete non entrerete in contatto con assassini, maschilisti, usurai, corrotti e corruttori, come capita tutti i giorni a chi prende il sole sulle spiagge calabre”.
Egregio Sabelli Fioretti, circola voce che lei abbia voluto fare dell’ironia citando tutta quella ‘brava’ gente che affollerebbe le spiagge calabre. Se così non fosse , le sue parole sarebbero offensive e ingannevoli, poiché sulle spiagge calabresi non c’è quella risma di criminali che ha elencato e sa perché? Perché la Calabria non è solo ‘ndrangheta, ci sono persone oneste che si sono messe contro il malaffare e pagano un prezzo altissimo per non essersi piegate. Ecco, lei ha profondamente offeso gli onesti della Calabria, quelli che si sono indignati per le parole di Davì, quelli che – e sono la stragrande maggioranza – ogni giorno combattono contro tutto il marcio presente in regione, che purtroppo è anche presente al Nord e fuori dai confini nazionali. Non è facile la vita degli onesti calabresi, servono forza e coraggio, azioni mirate e ideali, sì, ideali, quelli alti, gli unici in grado di non farci perdere la retta via. Le sue pesanti parole, qualora non fossero ironiche, contribuirebbero anche ad alimentare le inutili contrapposizioni tra il Nord e il Sud, sport preferito dal suo collega Davì, che ora si è messo in testa di diventare sindaco di Reggio Calabria. Le contrapposizioni non servono, è necessario, invece, essere uniti, nonostante le differenze che “ci fanno” Italiani. Tanto le dovevo, ironicamente.
Francesca Canino
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