Autunno caldo alla Mondadori, tutti i periodici in saldo

Speciale per Senza Bavaglio
Valerio Boni
Milano, 24 settembre 2019

Quello appena iniziato sarà un autunno caldo, il più torrido dell’ultimo secolo. Non sono i meteorologi a dirlo, e il riscaldamento globale del pianeta questa volta non c’entra, a renderlo incandescente saranno le manovre che Mondadori comincerà ad attuare da domani 25 settembre, al termine dell’incontro con il CdR. La proprietà non ha anticipato nulla, si è limitata a precisare che si tratta di “comunicazioni importanti”, che non è difficile identificare nella fase 2 di quel piano iniziato praticamente un anno fa con la cessione della redazione di Panorama a Maurizio Belpietro.

Le voci che circolano sono numerose, ma nessuna è purtroppo rassicurante per i circa 130 colleghi superstiti di quella che solo nel 2008 era ancora la più grande casa editrice nazionale, con oltre 600 giornalisti impegnati sulle varie testate. Quel che appare inevitabile è il trasferimento di TuStyle e Confidenze, che erano state sottratte all’ultimo momento al portafogli di un fantomatico editore croato. L’operazione aveva salvato i dipendenti da una fine certa, ma non dalla riduzione “volontaria” di qualifiche, superminimi e stipendi proposta e accettata per mantenere l’occupazione. Ora nulla potrà ostacolare l’esodo verso la società che a Segrate definiscono del “nuovo Cairo”. Passato l’innamoramento per Daniela Santanché, che cinque anni fa sembrava destinata a diventare il collettore di smaltimento preferito, Belpietro ricopre oggi il ruolo di salvatore di un’azienda che, dopo avere spremuto il massimo possibile in termini di sgravi e contributi economici dai veri stati di crisi, deve liberarsi dei pochi giornalisti rimasti e di quel che resta di testate storiche. Nessuna esclusa.

Il primo passo atteso prevede tuttavia la cessione di tre realtà, oltre alle due già citate. A questo proposito i pronostici si riducono a un paio di possibilità: Spy e Starbene. Il primo caso è il più semplice da risolvere, poiché sul centro di costo c’è un solo giornalista, un grafico. Mentre per Starbene la situazione è più complessa, ma urge trovare una soluzione rapida visto che è una tra le testate che perdono attualmente più denaro, dopo l’uscita dall’orbita del “buco nero” di Panorama.

Passaggio di consegne. Maurizio Belpietro e Daniela Santanchè, i “nuovi Cairo”

È logico attendersi che i metodi che saranno messi in campo non brilleranno per eleganza. Innanzitutto a Segrate possono contare sulle motivazioni della sentenza che aveva respinto su tutta la linea il ricorso presentato dalla Lombarda in occasione della prima offensiva riuscita a metà, con una parte della redazione che dopo avere respinto l’invito ad autoridursi lo stipendio ha mantenuto anche nella nuova sede retribuzioni e anzianità mantenute fino a quel momento. Inoltre la manovra è progettata da tempo, e a gestirla non ci sono i soliti discutibili personaggi professionisti nei giochi delle tre carte per risolvere i contenziosi, sono scesi in campo specialisti in diritto societario, con l’obiettivo di evitare ogni minimo intoppo.

La strategia prevede lo scorporo di tutte le testate (pare anche quelle online, fino a oggi gestite senza direttori e personale giornalistico dalla sezione digital) che confluiranno in una società battezzata Mondadori Periodici. Una realtà a se stante il cui compito non sarà naturalmente quello di potenziare il rilancio, ma semplicemente di cercare di piazzare tutto alle migliori condizioni possibili. A questo proposito è ancora in dubbio la posizione di Mondadori Scienza, che con Focus si mantiene a distanza, con una rappresentanza sindacale più decisa, che non segue la linea del CdR.

A questo punto non resta che attendere le prossime ore per scoprire nel dettaglio che cosa riserverà l’immediato futuro ai colleghi interessati. Che si teme possano avere poche possibilità di trattare. Senza dimenticare che, mai come questa volta, se la risposta a una proposta indecente fosse un pacchetto di giornate di sciopero la soluzione si trasformerebbe in un boomerang, che porterebbe vantaggi tangibili in termini economici solo alla controparte.

Valerio Boni

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