Uccisa anche TeleUnica, serviva le province di Sondrio e Lecco: 16 perdono il lavoro

Patrizia Zucchi

Speciale per Senza Bavaglio
Patrizia Zucchi
Lecco, 21 dicembre 2018

È ufficiale: TeleUnica chiude. Le province Lecco e Sondrio perdono la storica televisione locale: nei primi giorni del 2019 – dopo oltre trent’anni – cesseranno le trasmissioni; ovviamente, non andrà più in onda neppure il telegiornale delle 19, appuntamento quotidiano per decine di migliaia di famiglie, fonte d’informazione immediatamente accessibile e difficile da sostituire, soprattutto per coloro che non hanno accesso a Internet, come molti anziani.

I canali 12 e 193 spariranno. Il Lecchese non avrà più alcuna emittente. Restano senza lavoro in 16 tra giornalisti, tecnici e impiegati. L’appello dei lavoratori: “Chiediamo di condividere; tantissimi ci conoscono, siamo in gamba: aiutateci a trovare una nuova opportunità”. Il territorio ha risposto subito, esprimendo sorpresa, sconcerto e alimentando il dibattito sui social con decine di post (tra cui quello del Prefetto di Sondrio, Giuseppe Mario Scalia, a sostegno di ‘una televisione che ha profuso una colta e garbata cultura, beneficiando le esigenze di ognuno di noi’); è stata persino lanciata l’idea di una sottoscrizione pubblica, ma la cruda lettura dei fatti è avvenuta per voce del direttore editoriale, Katya Sala, giovedì sera davanti alle sue stesse telecamere: “Se sono qui a stasera è perché non si è giunti a positivi risultati; ogni commento è superfluo: dico solo che ci pare un’occasione persa per i nostri territori”.

Sala ha parlato di motivi di natura strutturale che riguardano la realtà dell’intero comparto> e però, soprattutto, dei “gravissimi ritardi nell’assegnazione dei contributi pubblici per gli anni 2016 e 2017. Solo lo scorso luglio è stata pubblicata la graduatoria per il 2016, che ha visto TeleUnica classificarsi all’81esimo posto a livello nazionale: un risultato importante, visto che il finanziamento viene erogato alle prime cento emittenti; TeleUnica ha dimostrato di possedere tutti i requisiti in termini di numero dei dipendenti, giornalisti professionisti impiegati e qualità dell’informazione. La graduatoria è divenuta definitiva a ottobre, ma con l’erogazione di metà dell’importo e buio pesto sulle annualità successive”.

Per questa e altre ragioni “legate a crisi di liquidità, alla stretta creditizia da parte di alcuni istituti con cui TeleUnica operava” e alle vicissitudini finanziarie della società partecipata che detiene la quota di maggioranza di TeleUnica “diventa difficile, se non impossibile – secondo Sala – un’adeguata programmazione finanziaria nel breve e medio periodo. Tavoli istituzionali sono stati attivati, ai quali è stata riconosciuta sempre la qualità e la professionalità della nostra informazione, attenta ai territorio, ma l’imminente chiusura dimostra che l’impegno profuso e i tentativi esperiti non hanno portato agli esiti positivi auspicati, pur in province tra le più densamente popolate e caratterizzate da un elevato numero di imprese d’eccellenza che speravamo – ha concluso amaramente Sala -potessero costituire una cordata per subentrare nella compagine societaria o nella gestione aziendale”.

Patrizia Zucchi
Senza Bavaglio

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