Vanna Palumbo

Vanna Palumbo

IL LAVORO, LA SUA DIGNITÀ, PRIMA DI TUTTO!

Inizio la professione mentre studio Giurispripudenza, a meno di 20 anni, da PRECARIA presso due testate quotidiane calabresi (che raramente mi retribuiscono. Soprattutto quando i pezzi sono di inchiesta (la prima sui decreti delegati nelle scuole)… troppo costosi rispetto alle ‘coperture’).
Sono gli anni di ‘lancio’ nel mestiere di cronista che imparo grazie al generoso affiancamento di redattori d’esperienza disponibili, allora, ad insegnarti i segreti della professione.
Una quasi contemporanea collaborazione con la Rai mi da modo di conoscere da vicino l’azienda radiotelevisiva di servizio pubblico, scoprendo le grandi opportunità che offre, ma anche vizi mai estinti, a partire da quello dell’ubbidienza al capo perché, spesso anch’egli a sua volta al servizio del politico di turno.
Un mondo non fatto per me! Che, seppur dalla posizione di testa della lista delle assunzioni, scappo a Roma a cercare miglior fortuna. E la trovo grazie alla mia vocazione per il lavoro di “relazione giornalistica” con colleghe e colleghi alle prese con i tecnicismi politici e contrattuali delle pratiche Sindacali.
Vanna in assemblea

Scelgo la Cgil e il grande leader Bruno Trentin mi sceglie come sua portavoce. Conciliare passione giornalistica e passione politica è entusiasmante. E finalmente mi occupo di LAVORO!

Un’esperienza decennale che mi consente di conoscere ancora meglio le differenze, sia virtuose che viziose, del LAVORO redazionale delle colleghe e dei colleghi di Agenzie, delle emittenti radiofoniche e televisive pubbliche e private, dei quotidiani, dei settimanali e delle testate aperiodiche.
È il fascino del Giornalismo di strada, lì dove nasce la notizia, che mi porta a bussare all’Adn Kronos. Vengo accolta da una redazione economico-sindacale dove i colleghi si fanno il “mazzo” e il direttore ti sta col fiato sul collo tutto il giorno. Divento ben presto anch’io una sfruttata e, grazie alla consolidata rete di relazioni col mondo della politica, dell’economia e del sindacato, scrivo di tutto, da mattina fino a chiusura di giornata… Divertendomi un casino ma sapendo che si tratta di un’esperienza a termine.
Da li, l’esperienza istituzionale al Comune di Roma dove il mio ufficio “collide” con il mega centro comunicazione del Sindaco. Un pozzo di esperienza ricchissima, dove sperimento la prima dimensione multimediale del lavoro giornalistico.
Bello, bellissimo ma il LAVORO mi chiama. Ed allora torno sui miei passi e riprendo con maggiore consapevolezza ad occuparmi di esso in tutte le sue nuove forme e con quel suo “mondo di mezzo” che sfugge ai più perché nessun LAVORATORE, quindi anche il LAVORATORE GIORNALISTA, conosce come è fatto il LAVORO degli altri giornalisti e di chi giornalista non è.
Ecco perché ho accettato di candidarmi. IL LAVORO, la sua dignità, PRIMA DI TUTTO!

Condividi questo articolo