I gessetti di Sylos Labini
Giovanni La Torre
Roma, 2 agosto 2017
Ho ascoltato a Prima Pagina (radiotre) del 2 agosto la lettura dell’editoriale del prof. Angelo Panebianco sul Corriere della Sera. Una delle tesi esposte dal professore è che l’idea che l’Italia sia un paese molto corrotto è falsa in quanto sarebbe contraddetta dal ridotto numero di sentenze con condanna definitiva. A questo punto ha riportato una replica di un suo lettore (evidentemente ha esposto questa tesi già altre volte) “il quale dottamente mi spiegò che i corrotti vengono assolti perché favoriti da una serie di norme (a cominciare da quelle sui tempi di prescrizione)”. Al che il Panebianco ha controreplicato dando a quel povero lettore, che non può difendersi con la stessa risonanza, dell’ “azzeccagarbugli-giustizialista esperto di cavilli legali e di sentimenti liberticidi” e aggiungendo che noi italiani siamo vittime di un “circo mediatico-giudiziario forse più potente del mondo ed esso fa di tutto perché gli italiani pensino quel che pensano sulla corruzione”. Infine l’angosciosa domanda: “ma quando arriverà il momento in cui nei corsi di laurea in Giurisprudenza ci si dedicherà soprattutto ad insegnare il diritto come tecnica di libertà?” Non manca infine l’invito ai politici a reagire (si potrebbe dire “corrotti di tutto il mondo unitevi”).
Povero professore, non si rende conto che con la sua controreplica, e con la domanda finale, ha solo spiegato e giustificato l’istituto della prescrizione, su cui si può pure in linea teorica concordare, ma non ha spiegato perché tutti i procedimenti penali in questione vadano in prescrizione senza una vera e propria sentenza e non ha neanche detto che la prescrizione non è assoluzione; ergo: la figura dell’azzeccagarbugli, o quanto meno di chi ha scarso senso logico, l’ha fatta lui, perché ha risposto parlando d’altro, dato che nessuno mette in discussione l’istituto della prescrizione di per sé.
Detto questo, invitiamo il prof. Panebianco, se non si fida di istituzioni come Transparency International e altre similari che ci considerano, in quanto a corruzione, a livello dei paesi nei quali i governanti si mettono in tasca i soldi degli aiuti ai loro cittadini affamati (e questi pareri contano eccome! nella comunità internazionale degli investitori e per le agenzie di rating, mentre i suoi editoriali non se li fila nessuno), a leggersi documenti ufficiali come quello della Commissione Europea dove non si parla di aria fritta ma si danno anche numeri molto significativi per dimostrare che l’Italia è il paese più corrotto dell’Ue, come quelli per esempio che dicono che in Italia le grandi opere costano un multiplo (dicesi multiplo) di quanto costano negli altri paesi; dati che mai nessun governante italiano ha contestato o giustificato, nonostante l’Anac (Autorità nazionale anticorruzione N.d.R.) abbia sollecitato a farlo, né ci risulta l’abbia mai contestato il prof. Panebianco. Infine, caro professore, gli azzeccagarbugli “esperti in cavilli legali” sono gli avvocati dei corrotti, alcuni dei quali siedono pure in Parlamento, che fanno in modo di mandare tutti i processi in prescrizione.
Purtroppo finché nel nostro paese non si prenderà atto che la corruzione è il principale male politico, non usciremo mai da questa situazione che vede una classe dirigente mediocre, inetta e corrotta, figlia, appunto, del sistema “corruttivo” in essere.
Giovanni La Torre
giovlatorre@gmail.com
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