Questo documento è stato condiviso dai consiglieri della Lombarda di Senza Bavaglio, Movimento Liberi Giornalisti e Unità Sindacale
Milano, 11 agosto 2016
Gli editori sono partiti lancia in resta contro i giornalisti, con richieste di modifica al contratto che mirano a scardinare le loro tutele, i loro diritti e la loro professione. E la piattaforma del Sindacato – resa nota da pochi giorni – è totalmente insufficiente a cogliere e guidare l’innovazione e la trasformazione del lavoro nelle redazioni e a determinare una crescita reale dell’occupazione. La trattativa, a oltre un anno dal suo avvio, appare ancora in alto mare. Mentre si avvicina la data del 30 settembre, quando scadrà la proroga di sei mesi al contratto, che per la prima volta nella sua storia è stato disdetto dalla FIEG.
In questo scenario di forte incertezza e difficoltà si inserisce la proposta di legge sull’editoria che, pur contenendo alcuni concetti condivisibili, non è sufficiente a rilanciare il settore, lascia agli editori completa discrezionalità sull’uso delle risorse che vengono messe loro a disposizione e nulla dice e prevede di fronte ai rischi delle concentrazioni editoriali. È preoccupante il silenzio complice del sindacato che non ha fiatato sulla bocciatura – da parte anche delle forze politiche che si dicono di sinistra – di un emendamento che mirava a negare le provvidenze pubbliche a quegli editori che non pagano gli stipendi, i compensi dei collaboratori, gli oneri previdenziali e/o sono stati condannati per mobbing o comportamenti antisindacali.
Noi consiglieri del Direttivo dell’ALG di Movimento liberi giornalisti, Senza Bavaglio e Unità Sindacale riteniamo grave che l’Associazione lombarda dei giornalisti, la più grande Associazione territoriale della FNSI, non abbia già preso una posizione chiara sul rinnovo contrattuale e sulla proposta di legge sull’editoria e non abbia aperto il dibattito tra i colleghi. Suscita, peraltro, stupore e irritazione che i documenti sulla vertenza contrattuale, finalmente consegnati dalla FNSI alle Associazioni nel corso della riunione del 26 luglio, e il testo di legge sull’editoria non siano stati diffusi e distribuiti perlomeno tra i consiglieri del Direttivo della Lombarda, mentre altre Associazioni li hanno prontamente resi noti e discussi al loro interno, preannunciando riunioni, assemblee e consultazioni a settembre.
È necessario, a nostro parere, pronunciare subito un no deciso alle proposte della FIEG. E bisogna nel contempo elaborare una piattaforma sindacale compiuta, che rafforzi l’autonomia dei giornalisti, preveda strumenti nuovi e adeguati a un’organizzazione del lavoro multimediale, confermi e ampli il ruolo di comitati e fiduciari di redazione, progetti percorsi di inclusione vera e di stabilizzazione per i collaboratori strategici e già di fatto inseriti nella produzione quotidiana di informazione e aumenti compensi, tutele e garanzie per i freelance.
Una piattaforma innovativa, forte e condivisa, che coinvolga subito tutti i giornalisti, attraverso la consultazione, l’ascolto e il confronto sul territorio organizzati dalle Associazioni regionali di stampa. A partire dalla più grande, la Lombarda. Consultazione, ascolto e confronto che dovranno inoltre estendersi anche:
– al contratto AerAnti-Corallo, da anni in attesa di rinnovo;
– all’accordo USPI, prorogato con un allargamento alle testate online dagli effetti controversi;
– alla prossima, preoccupante, ennesima riforma delle prestazioni che l’INPGI sta studiando in gran segreto per far fronte alla prospettiva ”di non solvibilità della gestione” certificata dalla Corte dei Conti e che – nelle intenzioni della Presidenza dell’Istituto – dovrebbe essere conclusa e approvata entro settembre.
Tutti argomenti, insieme con i negoziati per il rinnovo del contratto FNSI-FIEG, che non sono mai stati illustrati e discussi nel Consiglio direttivo della Lombarda.
È grave inoltre che l’Associazione Lombarda abbia acriticamente fatto proprio il giudizio della FNSI sulla legge dell’editoria. Ci viene il dubbio che i dirigenti sindacali non abbiano neppure letto il testo in discussione al Senato. Il sindacato si illude che quel testo porterà nuovi posti di lavoro e rilancerà la qualità dell’informazione. Si sbaglia. Se la legge dovesse passare così com’è non solo non arginerà l’emorragia di posti di lavoro, ma comporterà una nuova stagione di lacrime e sangue per i contrattualizzati, che saranno costretti a cassa integrazione, solidarietà e prepensionamenti, e anche, soprattutto, per i collaboratori già fortemente penalizzati dalle norme e sfruttati dagli editori.
Le ricadute sul welfare saranno pesantissime: con contributi defalcati da parte di un minor numero di giornalisti contrattualizzati. INPGI e Casagit saranno costretti a ridurre ancora di più le prestazioni e a rischiare la chiusura. E grossi pericoli li corre lo stesso sindacato, che vive con i vitali finanziamenti che gli vengono passati dai due enti.
Noi chiediamo quindi che la Presidenza della Lombarda convochi subito un’assemblea – da tenersi all’inizio di settembre – tra comitati e fiduciari di redazione e rappresentanti di collaboratori e freelance, le cui conclusioni vengano portate al Consiglio Direttivo per una valutazione e una presa di posizione ufficiale sui contratti, sulla legge dell’editoria e sulla futura riforma dell’INPGI.
Movimento Liberi Giornalisti
Senza Bavaglio
Unità Sindacale
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